Lombardia, in tre anni la crisi taglia 167mila posti di lavoro

giovedì 3 novembre, 2011

MILANO, 03 NOVEMBRE 2011- Preoccupante è il dato sui licenziamenti riguardante la Lombardia. Infatti, secondo le stime fatte dalla Cisl, sulla base di dati Inps, negli ultimi tre anni sono circa 167mila coloro i quali hanno perso il lavoro a causa della crisi. Questi numeri allarmano Palazzo Marino che, secondo quanto ha dichiarato l’assessore al Lavoro, Cristina Tajani, "Dovrebbe ridefinire le priorità della politica. [MORE]

Oggi un giovane su tre è disoccupato. Il Comune sta varando misure anticrisi per 6 milioni di euro e con la Camera di commercio abbiamo dato il via a un bando a sostegno della nuova imprenditoria. Lo sviluppo economico per noi è centrale. Eppure il governo pensa a un decreto sviluppo a costo zero mentre tocca agli enti locali il sostegno alle imprese".

Per il segretario generale di Cisl Lombardia, Gigi Petteni, "Questo dato dimostra in modo inequivocabile che le imprese intenzionate a ridurre il personale non hanno bisogno di misure che facilitino i licenziamenti. Se si vuole favorire lo sviluppo e sostenere il sistema produttivo bisogna mettere in campo politiche attive che favoriscano la rioccupazione di queste migliaia di lavoratori licenziati".

Continua il sindacalista, "Di fronte a un quadro così preoccupante, per rilanciare l’occupazione giovanile il sindacato auspica che si arrivi a un accordo sul nuovo apprendistato di cui si sta discutendo in Regione. Ma chiede anche nuovi ammortizzatori sociali, che non si limitino a dare un sostegno temporaneo ma favoriscano la ricollocazione".

Petteni, poi, attacca duramente le misure adottate dal Governo in merito all'occupazione, definendole "socialmente incompatibili e incoerenti con gli interventi di equità più volte sollecitati". Infine, il segretario generale di Cisl Lombardia, sottolinea che contro tali azionil la Cisl annuncia mobilitazioni, "Ben venga ma deve essere arricchita di contenuti. Dobbiamo dare il via ad un’azione comune che porti a proposte sulla contrattazione, il fisco, il mercato del lavoro".

Rosy Merola

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