Politica
L'obiettivo di Sergio Mattarella: dare un governo al Paese
ROMA, 1 MAGGIO – Indagini, contatti, richieste, sondaggi e consultazioni. Nulla è servito per dare una maggioranza al Parlamento per formare il Governo. “Siamo da capo a dodici” riferiscono dal Colle. Dopo quasi sessanta giorni dalle elezioni il Presidente della Repubblica non è ancora riuscito a trovare dei punti in comune tra i partiti, affinché questi trovassero un accordo. I vincitori dovrebbero governare, ma Di Maio non è riuscito a trovare un’intesa né con Salvini, che ambisce lui stesso alla Presidenza, né con il Pd, distratti dalle lotte interne e senza un vero leader politico.
Sono state settimane di duro lavoro per il Presidente della Repubblica, che oggi, in onore della festa dei lavoratori, celebra la nostra Carta Costituzionale, affermando di esserne “orgoglioso” perché fornisce "una costante sollecitazione a superare gli ostacoli che si frappongono a una piena affermazione del diritto al lavoro, a un buon lavoro". Il leader pentastellato ha rivolto al Presidente Mattarella l’invito di tornare alle elezioni a giugno. Ipotesi quasi impossibile per il Colle, dato che le Camere dovrebbero essere sciolte tra 45 e 70 giorni prima delle nuove elezioni, che dopo soli due mesi non hanno ancora approvato alcuna legge. Al Presidente restano quindi solo tre ipotesi: aspettare l’evolversi della situazione all’interno del Pd, sperando in una pace che si risolvi nell’accettare le proposte grilline; stabilire un “Governo elettorale” in attesa delle elezioni da stabilire in ottobre, o in alternativa formare un governo di durata di un anno per svolgere i compiti più urgenti (tra cui l’approvazione del bilancio) e dare un minimo di stabilità al Paese.[MORE]
L’ipotesi più accreditata sembra essere quella di tornare alle elezioni a ottobre o novembre, in concomitanza con le regionali in Basilicata e in Trentino. I partiti così avrebbero modo di riordinare i programmi e di sciogliere le tensioni presenti nel centrodestra causate dallo scontro Berlusconi-Salvini e nel Pd per definendo i ruoli e uniche linee d’azione, senza scissioni e divisioni che indebolirebbero ancor di più il partito. Infine anche il M5S dovrebbe riacquisire la credibilità persa probabilmente per la mancata formazione di un governo, come hanno attestato le elezioni regionali in Molise e soprattutto in Friuli.
Federico De Simone
fonte immagine: citizenpost.it