Fantasticherie del cuore

Lo scandalo attivo e quello passivo

C’è una parte della società molto laboriosa, interiormente forte ed eticamente matura, ma c’è dall’altra parte quella minacciosa, irrispettosa e soprattutto scandalosa. Oggi gli scandali sono all’ordine del giorno e in alcuni casi non riescono nemmeno per un attimo a scalfire la coscienza generale. C’è un relativismo di riflesso che aggiusta tutto e lo rende compatibile con le regole millenarie del buon senso. È qui che si sconvolge l’equilibrio ontologico del pianeta, ampliando a dismisura la convinzione che alla fine tutto, persino lo scandalo della guerra, rientri nella naturalezza delle relazioni personali e collettive. Ogni persona ha invece la responsabilità di non cadere nello scandalo e di non ignorare quello altrui sol perché non la riguardi da vicino. Gli effetti di qualunque scandalo entrano con forza nell’immaginario collettivo e si mutano in stimoli pedagogici negativi.

C’è necessariamente bisogno di un antidoto formativo capace di neutralizzarli e prevenirli, senza aspettare i momenti in cui si possano trasformare in un pesante macigno, pronto a far male all’interno del contesto sociale di appartenenza. È chiaro cha a questo punto debba intervenire quella parte di società che abbiamo definita seriamente impegnata e moralmente sana. La stessa, al di là dello scandalo di turno, dovrà saper iniettare quegli anticorpi che si sono persi per strada. Il cristiano non può lasciare la prima fila e con la sua testimonianza edificare un argine immediato di fronte a qualsiasi azione d’immoralità. La sua presenza deve essere ugualmente determinata sia dinnanzi allo scandalo attivo che a quello passivo. Dice il teologo in proposito: “Lo scandalo attivo è la trasgressione della Parola del Signore fatta pubblicamente, dinanzi a una o a più persone”.

“Pericolosissimo per il cristiano è anche lo scandalo passivo. Ascoltando e vedendo, a poco a poco potrebbe convincersi che il pensiero del mondo è quello vero, giusto, santo”. I mass-media oggi a disposizione amplificano all’inverosimile ogni cosa e rendono il credente di turno responsabile della poca credibilità che a cascata cade inesorabilmente sul senso vero di essere battezzati. Scrive il teologo: “Vedendo i cristiani che divorziano, praticano l’aborto, si abbandonano all’eutanasia, vivono di unione tra gli stessi sessi, rubano, uccidono, stuprano, dicono falsa testimonianza, commettono adulteri, hanno addirittura perso il senso della moralità, nessuno si convertirà mai a Cristo Gesù”. Parole pesanti, ma concrete e purtroppo specchio di tanti scandali che non hanno neanche risparmiato alcuni uomini della Chiesa, come ha denunciato in questi giorni Papa Francesco.

Il problema sta nel fatto che il pensiero del mondo abbia sostituito quello cristiano. Il vangelo è supplito da una nuova impalcatura filosofica che punta a indorare il potere terreno, tanto da renderlo fine necessario per la felicità della specie umana. La cosa peggiore per un uomo, in special modo per chi professi di essere cristiano, è che si “diventi moralmente indifferenti”. Si configura di riflesso un Dio che tutto contempla, andando al di là della verità rivelata. Una operazione micidiale che fa del pensiero di Dio il pensiero del mondo e viceversa. In questo trucco da illusionista navigato affonda le sue radici proprio lo scandalo passivo, capace di risucchiare ogni individuo che non abbia saputo sintonizzarsi sulla sapienza della Parola. La battaglia da fare non riguarda la promozione del pensiero cristiano in sé, ma la volontà di fermare una deriva sociale e spirituale che uccide dal di dentro.


Egidio Chiarella

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