Resilienze
L'intensa narrazione di Walter Perri: "La vera storia della Rosa"
In un mondo troppo spesso segnato dall'indifferenza verso il bello, Walter Perri ci offre una narrazione toccante che indaga l'essenza dell'apprezzamento e del rispetto. "La vera storia della Rosa" non è soltanto un racconto sulla creazione e la trasformazione del fiore più amato al mondo; è una lezione metaforica sull'interazione tra la bellezza e chi la osserva. Pubblicato in occasione della Giornata Internazionale della Donna, questo racconto funge da potente promemoria della delicatezza e della forza intrinseche nella natura e nella femminilità.
La prosa di Perri invita i lettori a riflettere sul vero significato della bellezza e sulle conseguenze della sua profanazione, lasciandoci di fronte a una scelta netta: valorizzare e proteggere, oppure affrontare un mondo privo dello splendore che troppo spesso diamo per scontato.
La vera storia della Rosa
Quando il buon Dio creò la Rosa, si avvide di avere compiuto un altro capolavoro e di aver fatto il fiore più bello e profumato del Creato.
Considerò che tanta Bellezza, doveva essere goduta da tutti gli esseri viventi, in modo diretto e senza difficoltà.
Così, non gli venne in mente di farle le spine e tutti poterono godere senza pungersi, della bellezza della Rosa.
Ma molti cominciarono a violarla, interpretando la sua Bellezza, come un invito alla violenza e alla deturpazione.
La strappavano dalla terra senza motivo e senza motivo, le strappavano i petali vellutati, per gettarli per strada ed esporli al comune calpestìo.
Allora, la Rosa si lamentò col Signore e gli disse: “Padre mio, io ti ringrazio per avermi creata così bella; però, vedi cosa fanno di me? Mi tormentano lacerando i miei petali e mi estirpano dalla terra senza motivo… Trovo conforto e sollievo, solo quando mi usano per ornare gli altari delle tue chiese… Dammi la possibilità di difendermi o, per lo meno, di scoraggiare chi mi vuole cogliere solo per violentare i miei petali…!”
Il Signore, allora, si mosse a compassione e le fece le spine affinché fossero difensori e custodi armati di tanta Bellezza; non senza amarezza, avendo capito che l’Uomo era diventato propenso a rispondere col male alla vista della Bellezza.
La morale di questo mio racconto, è che la Bellezza va trattata con cura, accarezzata solo se essa lo concede e mai violata o deturpata; altrimenti la Bellezza, presa da paura, sceglie di difendersi, chiudendosi e sottraendosi alla vista degli altri.
E un mondo senza Bellezza sarebbe brutto e sconfortante.
Noi uomini ricordiamocene sempre, quando abbiamo a che fare con una Donna che è l’Essere più bello che la magnificenza di Dio abbia creato.
Walter Perri - 08 Mar. 2024