Cultura e Spettacolo

Liliana Segre: la vita interrotta di una bambina nella Shoa

Roma, 6 ottobre - Nasce il 10 settembre 1930 a Milano la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla  Shoa,  è una degli ultimi testimoni dei campi di concentramento tedeschi. 

Una seconda parte di vita dedita al racconto. Dopo la liberazione, per circa 40 anni la Segre tace, non trova orecchie in grado di ascoltare la testimonianza di una bambina reduce dall'inferno. Si definì, negli anni a seguire, un animale ferito rassegnato alla propria sofferenza ed imparò a tenere i suoi ricordi per se, in un mondo che voleva soltanto dimenticare. La giovane Liliana, aveva 8 anni, quando a causa della promulgazione delle leggi razziali, venne espulsa da scuola, era il 1938. Espulsa solo per essere nata ebrea. L' incredulità dei fatti, l' accompagnò per tutto il periodo di prigionia nelle carceri lombarde ed infine ad Auschwitz e la parola "espulsa" le rimase marchiata nella memoria ancor più del numero di riconoscimento tatuato sul braccio.

 Il 18 gennaio 2018, all' 80° anniversario delle leggi razziali fasciste, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in base all'articolo 59 della Costituzione, nomina Liliana Segre senatrice a vita, per aver illustrato la Patria con altissimi meriti in campo sociale. Il 5 giugno 2018, alla discussione per la fiducia del Governo Conte, la Segre interviene per la prima volta in Senato, riportando la sua testimonianza di deportata e ricordando le leggi razziali, generando il plauso di tutta l'aula. Dichiara una dura opposizione, con tutte le sue forze, a qualsiasi legge discriminatoria-razziale.

 Nei racconti della senatrice Segre emerge a distanza di anni, sempre uno stupore, in primis per lei stessa, all'indifferenza. Le atrocità che avvenivano in Germania allora, non sono paragonabili a quelle che avvengono nel Mediterraneo oggi, ma un fattore le accomuna, quello dell'indifferenza da parte dell'Europa.

Laura Fantini

fonte immagine exibart.it