Fantasticherie del cuore
L’idolatra con scarpe rotte o abiti firmati
Ci sono due momenti che scandiscono la vita quotidiana dell’uomo e che nessuno mai potrà mettere in discussione. Mi riferisco al presente e al futuro, al tempo e all’eternità. Tutto quello che insieme facciamo e svolgiamo in questa parte della vita di ognuno, non fa altro che determinare i connotati fisici e morali della società del domani in relazione anche alle sequenze temporali e all’infinito. Un aspetto basilare che tutti ripetono a voce alta, ma senza viverlo nel suo significato profondo.
Chi ruba, si droga, si prostituisce, estorce, corrompe, imbroglia, denigra, bestemmia, governa male, dileggia la natura ecc., non fa altro che iniettare veleno nei vasi sanguigni di un mondo da consegnare alle nuove generazioni. Le buone azioni, il lavoro qualificato e onesto, la benedizione, la politica corretta, il rispetto della natura, la tutela equilibrata del proprio corpo e del proprio spirito, ecc., tengono invece pulito e fluido il circuito venoso del pianeta, aprendo a quelle rivoluzioni che non tagliano teste o compilano liste di proscrizione, ma che mettono le intelligenze e le bellezze dell’uomo al servizio del progresso umano materiale e spirituale.
Si legge in una nota teologica, che la cronaca di tutti giorni attesta, come il presente sia purtroppo tartassato dall’ozio, dalla droga, dall’alcool e da una lunga serie di dissipazioni, annegando lo stesso presente nel male morale e fisico. Non si esagera dunque se si sottolinea quanto alcuni vizi siano riusciti a mutare geneticamente lo stesso corpo dell’uomo.
Spesse volte alzare in ritardo il velo su questa realtà, per nulla sommersa, non consente di cambiare strada e riconoscere il valore dei pensieri che salvano. È risaputo che solo vivendo nella carità, sapienza, verità, amore si possono evitare drammi personali e sociali che spesso prendono il via da un concetto del tutto distorto della libertà. Ma non finisce qui! Il teologo del Signore ci avverte di una altra grave distorsione che l’uomo porta avanti ogni giorno senza curarsene, pesando severamente sul suo futuro. In proposito si legge:
“Altro gravissimo peccato dei nostri giorni è la privazione della vita di tutti i fini essenziali stabiliti da Dio e al loro posto aver dato ad essa fini secondari di vanità, trasgressione, futilità, stoltezza, insipienza. Così l’essenza è divenuta accidente. L’accidente è divenuto essenza. La vanità fine primario. Il raggiungimento della nostra perfezione morale, spirituale, fisica è stato reso addirittura non fine”.
Parole gravose e dirette, ma che nessuno avrà mai la possibilità di smontare. Il risultato ottenuto dall’infedeltà dell’uomo a Dio, pur in una società di progresso scientifico, non ha messo nelle condizioni la cittadinanza odierna a sconfiggere gli idolatri del passato. Il potere di turno li ha infatti rivestiti a nuovo fino al punto di permettere loro di incidere prontamente sulla vita quotidiana e futura delle persone. Il teologo in merito ci consiglia, facendo i dovuti accostamenti con la realtà presente, un brano molto forte sugli idolatri tratto dal libro della Sapienza:
“Celebrando riti di iniziazione infanticidi o misteri occulti o banchetti orgiastici secondo strane usanze, non conservano puri né la vita né il matrimonio, ma uno uccide l’altro a tradimento o l’affligge con l’adulterio. Tutto vi è mescolato: sangue e omicidio, furto e inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro, sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori, corruzione di anime, perversione sessuale, disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia. L’adorazione di idoli innominabili è principio, causa e culmine di ogni male. Infatti coloro che sono idolatri vanno fuori di sé nelle orge o profetizzano cose false o vivono da iniqui o spergiurano con facilità (Sap 14,27-28)”.
Potremmo dire, preso atto dell’eloquente testo biblico, che oggi gli idolatri finanziano le guerre; svendono il futuro dei più deboli; sporcano il percorso pulito di intere generazioni; destrutturano in peggio la politica; praticano il femminicidio; mettono in circuito la droga; promuovono un Dio funzionale ad ognuno; decantano le orge come esempi di libertà sessuale e sociale; picchiano la natura nel suo ventre di madre; mescolano le menti e il cuore dell’uomo; relativizzano e sanano disordini, menzogne, contrabbando di anime, politiche vistosamente incompatibili. Chiude il teologo:
“L’idolatria priva l’uomo di ogni sapienza, intelligenza, scienza, conoscenza circa la conduzione secondo verità della propria vita. Anziché condurla verso il sommo bene, la orienta verso il sommo male che è la sua perdizione eterna. L’idolatra fa di un uomo un essere senza cuore, senza mente, senza corpo. Nessun cammino verso la salvezza. Nell’idolatria l’uomo è governato dall’istinto, dal peccato, dal vizio, dalla cattiveria”.
L’idolatra appena descritto oggi c’è; lo si vede in macchina o per strada; spesso è nei posti dove si decide per tutti; non manca nelle giornate di ognuno. Veste firmato, ma può avere anche le scarpe rotte. Partecipa a pieno titolo e indisturbato, nonostante le lamentele di rito, nella definizione del presente e del futuro del contesto in cui opera.
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