Estero
Libia, su italiani rapiti possibile mano di Al Quaeda
ROMA, 22 SETTEMBRE - Ancora caotica la situazione dei due italiani rapiti in Libia. Il mistero resta irrisolto e pieno di domande. La ministra della Difesa, Roberta Pinotti, avrebbe rilanciato in mattinata la pista criminale invitando al massimo riserbo. Tuttavia, secondo il colonello Ahmed al Mismari, portavoce dell’autoproclamato Esercito nazionale guidato dal maresciallo Haftar «il rapimento dei tre tecnici stranieri avvenuto a Ghad porta la firma di Al-Qaeda».[MORE]
Le frasi del colonnello al Mismari sono state riportate dal sito locale “Al Wasat”: «Il sequestro è stato compiuto da una banda criminale, tuttavia per come è stato eseguito i segni sono quelli lasciati solitamente dall’organizzazione di Al-Qaeda». Negli scorsi giorni, il Consiglio comunale di Ghat, città nella quale sarebbe avvenuto il rapimento, aveva invece escluso l’ipotesi terroristica, ritenendo che invece esso fosse dovuto all’attività criminale di una banda già nota alle autorità.
La vicenda risale a tre giorni fa, quando i due italiani rapiti, Bruno Cacace e Danilo Canolego erano stati sequestrati secondo fonti libiche da «uomini mascherati che si trovavano in una vettura 4x4». La Farnesina aveva confermato il sequestro dei due invocando il massimo riserbo. Sulla vicenda si era da subito occupato anche lo stesso presidente Renzi, in contatto con il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
La notizia venne immediatamente data dal sindaco della città di Ghat, città al confine con l’Algeria situata nel sud del paese libico. Restano ancora i dubbi, considerata l’assenza attuale di rivendicazioni circa l’accaduto.
foto da: quotidiano.net
Cosimo Cataleta