Libia, "primavera araba" e nucleare i temi caldi del G8 di Deauville
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Libia, "primavera araba" e nucleare i temi caldi del G8 di Deauville

giovedì 26 maggio, 2011

Si parla di Libia al G8 di Deauville, che ha aperto oggi i lavori nella città francese; nella bozza della dichiarazione finale anticipata dalle agenzia di stampa, si legge come i grandi della terra abbiano lanciato un appello a Gheddafi perché “cessi ogni violenza” , sottolineando la necessità di arrivare al più presto ad una "soluzione politica che rifletta la volontà del popolo" libico. Se nella notte ci sarebbero state ancora esplosioni sia a Tripoli che a Nalut, pochi chilometri ad ovest della capitale, la situazione sembrerebbe muoversi dopo settimane di stallo. [MORE]

Il quotidiano britannico Independent sostiene infatti di aver ottenuto una copia della lettera che il primo ministro del Paese avrebbe inviato ad alcuni governi stranieri,in cui dichiarerebbe di essere pronto ad inviare un messaggio ai leader internazionali per proporre un cessate il fuoco immediato sotto controllo delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana, colloqui senza condizioni con l'opposizione, un'amnistia per entrambe le parti in conflitto e la definizione di una nuova Costituzione.

Intanto, Onu e Stati Uniti stanno studiando una possibile tregua e l'invio dei caschi blu nel paese africano; la Grran Bretagna si sarebbe impegnata invece a stanziare 175 milioni di dollari per sostenere la “Primavera Araba”, come dichiara lo stesso Cameron al summit di Deauville. Si annunciano, inoltre, “partnership durature” con Paesi come Egitto e Tunisia, impegnati nella transizione democratica.

Si tocca anche il tema del nucleare, con gli otto leader che si dicono fiduciosi sulla ripresa del Giappone, e pronti a inviare altri aiuti, se necessario. Punto non ufficialmente in agenda, la successione a Dominique Strauss-Kahn alla guida del Fondo Monetario Internazionale, posizione per la quale si sarebbe candidata ieri
il ministro dell'Economia francese, Christine Lagarde, tra le obiezioni di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, contrari all'"obsoleta convenzione" di assegnare la direzione dell'Fmi ad un europeo.

Simona Peluso
 


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