Estero

Libia: Onu, raggiunto accordo su governo di unita' nazionale. Ora testo al vaglio di Tobruk e Tripol

TOBRUK, 9 OTTOBRE 2015 - Intesa raggiunta su un nuovo governo di unità nazionale in Libia. Dopo mesi di negoziati le delegazioni riunite in Marocco hanno raggiunto un accordo sulla lista dei nomi dei candidati alla guida del paese, che ora passerà al vaglio dei due governi rivali, i militari di Tobruk e gli islamici moderati di Tripoli. Candidato premier è Fayez Serraj, originario di Tripoli e membro del Parlamento di Tobruk, l’unico finora riconosciuto dagli occidentali. Accanto a lui si affiancheranno tre vicepremier, a loro volta espressione delle altre fazioni libiche, che formeranno il cosidetto "Consiglio di Presidenza", l'organo collettivo che supervisionerà l'operato dell'esecutivo di unità nazionale. [MORE]

A dare l'annuncio è stato in nottata l'inviato speciale dell'Onu per la Libia Bernardino Leon parlando da Skhirat in Marocco dove si sono svolti i negoziati. "Speriamo che questa lista di nomi possa avere il sostegno di tutti i libici. Questo governo avrà bisogno del sostegno di tutti i libici e sono sicuro che ci sarà anche molto supporto dalla comunità internazionale". "Troppi libici hanno perso la vita, troppi bambini e troppe madri sofferto. Secondo le agenzie Onu, circa 2,4 milioni sono in una grave situazione umanitaria. A tutti loro vanno le nostre scuse per non essere stati capaci di proporre prima questo governo", ha aggiunto.

Un successo personale per l’inviato dell'Onu, che è riuscito a portare a casa un risultato pochi giorni prima della scadenza del suo mandato e dopo quasi un anno di lunghe ed intense trattative. Soddisfazione è stata espressa anche dal nostro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che ha promesso la collaborazione italiana al processo di pacificazione in Libia, mentre il capo della diplomazia Ue Federica Mogherini ha offerto al nuovo governo un immediato sostegno finanziario di 100 milioni di euro. Ma le difficoltà non sono improvvisamente sparite: su Twitter numerosi cittadini della cpitale hanno annunciato una grande manifestazione di popolo oggi dopo la preghiera, nella grande Piazza dei Martiri, contro l'inviato speciale Onu Bernardino Leon: "Il nuovo governo di unità nazionale non entrerà mai a Tripoli". 

Un processo lungo e accidentato che parte dal 2011, quando la rivoluzione e la morte di Muammar Gheddafi fanno piombare la Libia nel caos più totale. Un anno dopo la caduta del regime le prime elezioni democratiche in piena ricostruzione sembrano dare un futuro alla Libia. Ma ben presto le tante fazioni ancora armate si scontrano tra loro finché nell’estate del 2014 la situazione precipita e nuovo Parlamento eletto e governo sono costretti a fuggire da Tripoli e a rifugiarsi nella città di Tobruk, in Cirenaica. Nella capitale prendono il potere le milizie filo islamiche e i Fratelli musulmani.

Il risultato è un Paese spaccato in due sull’orlo della guerra civile con in mezzo, nell'area di Sirte, la presenza minacciosa dei jihadisti dell'Isis dove hanno imposto una sorta di emirato basato su una rigida interpretazione della sharia e le zone costiere controllate dai potentissimi trafficanti di esseri umani. Adesso sembra arrivato il momento della controffensiva Il comandante in capo delle forze armate libiche, il generale Khalifa Haftar, ha promesso che "Bengasi sarà liberata in un periodo massimo di tre settimane".

Tiziano Rugi