Estero

Libia: Obama a Napolitano, assieme per la pace

ROMA 31 MARZO 2011 - WASHINGTON - Barack Obama ringrazia l'Italia per ''l'appoggio costante alle operazioni della coalizione in Libia sotto il comando Nato''. Al termine di una giornata forse chiave per la crisi libica, dopo la fuga del ministro degli esteri Libico in Gran Bretagna, il presidente degli Stati Uniti ha chiamato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, da qualche giorno in visita a New York. Una conversazione i cui contenuti sono stati resi noti da un comunicato ufficiale della Casa Bianca. [MORE]

Traendo spunto dai recenti festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell'unita' d'Italia, Obama e' tornato a congratularsi con Napolitano e con tutto ''il popolo italiano'' per questa importante ricorrenza. Obama ha quindi affrontato con Napolitano il tema di maggiore risalto sulla scena internazionale, la crisi libica. ''Barack Obama - si legge nella nota diffusa dalla presidenza Usa - ha espresso il suo profondo apprezzamento al presidente Giorgio Napolitano e al premier Silvio Berlusconi per la promozione della pace e della stabilita' in tutto il mondo e per il costante appoggio alle operazioni in Libia sotto il comando della Nato''. Il presidente americano, sottolinea il comunicato, ''ha riconosciuto la competenza e la conoscenza dell'Italia della regione libica e ha ribadito la volonta' di continuare con consultazioni ravvicinate tra i nostri due governi, in modo da agire per proteggere il popolo libico e far valere le risoluzioni 1970 e 1973 approvate dalle Nazioni Unite''.

TRIPOLI - Non si ferma la controffensiva delle forze proGheddafi. Fonti vicine ai ribelli ad Ajdabiya riferiscono che le forze di Muammar Gheddafi hanno ripreso la citta' di Brega, nell'est della Libia. La notizia arriva dopo che l'artiglieria delle forze pro-Gheddafi ha dato il via ad un attacco contro Misurata con razzi e cannoni dei carri armati. Gli insorti affermano invece di aver riconquistato il sito petrolifero di Ras Lanuf. Il governo libico ha annunciato che farà causa a qualsiasi azienda internazionale che concluderà affari con i ribelli nel settore dell'energia. Dura la posizione del presidente cinese Hu che al presidente Sarkozy, in visita in Cina, ha detto 'se le azioni militari colpiscono popolazioni innocenti e provocano gravi crisi umanitarie, allora violano il mandato originale del Consiglio di sicurezza dell' Onu.

AL ARABIYA, UGANDA DISPOSTA AD ASILO GHEDDAFI - L'Uganda accoglierebbe un'eventuale richiesta di asilo da parte di Muammar Gheddafi. Lo ha riferito l'emittente Al Arabiya

RIBELLI, FINITO BLOCCO DEL PORTO - E' stata posta fine al blocco del porto di Misurata imposto dalle forze pro-Gheddafi, consentendo così l'arrivo di aiuti via mare e l'evacuazione di feriti. Lo ha annunciato un portavoce dei ribelli. il portavoce, contattato per telefono, ha precisato che la fine del blocco da parte delle forze di Gheddafi - oltre all'evacuazione di feriti - consente l'arrivo di due navi di aiuti umanitari. Nel confermare che ieri i lealisti hanno ucciso 18 civili, il portavoce ha riferito che le truppe pro-Gheddafi continuano a sparare colpi di artiglieria e ad ingaggiare scaramucce con i ribelli .

CASA BIANCA: ATTEGGIAMENTO CNT INCORAGGIANTE - L'atteggiamento del Cnt, il governo provvisorio dei ribelli in Libia, ''e' incoraggiante'', da quanto si e' capito dagli incontri di ieri a Londra. Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney.

GOVERNO, CAUSE AD AZIENDE IN AFFARI CON RIBELLI - Il governo libico farà causa a qualsiasi azienda internazionale che concluderà affari con i ribelli nel settore dell'energia. Lo riferisce l'agenzia Jana. "La società nazionale per il petrolio... è l'entità autorizzata dalla legge per trattare con gli esterni. Per via dell'importanza strategica di questi beni - petrolio e gas - a livello globale, nessun paese può lasciare la sua gestione a delle bande armate", si legge in un comunicato diffuso dall'agenzia Jana. "Lo stato libico farà causa a chiunque concluda accordi sul petrolio con altri fuori dalla Società nazionale", si precisa.

HU A SARKOZY, RAID POTREBBERO VIOLARE RISOLUZIONE - Gli attacchi aerei della coalizione in Libia potrebbero violare il mandato dell'Onu, secondo il presidente cinese Hu Jintao, che oggi ha ricevuto quello francese Nicolas Sarkozy. "Se le azioni militari colpiscono popolazioni innocenti e provocano gravi crisi umanitarie, allora violano il mandato originale del Consiglio di sicurezza dell' Onu, ha affermato Hu citato dalla Cctv, la tv di Stato cinese. "La storia ha dimostrato che l' uso della forza non risolve i problemi, ma che anzi non fa che complicarli", ha aggiunto Hu. Ricevendo il presidente francese, uno dei promotori della risoluzione che ha autorizzato gli attacchi aerei contro le forze di Muammar Gheddafi, Hu ha sottolineato che "sono il dialogo e gli altri mezzi pacifici a fornire la risoluzione ultima dei problemi". Il presidente cinese ha aggiunto che Pechino "appoggia gli sforzi politici per il miglioramento della situazione in Libia". Sarkozy è in Cina per partecipare ad un seminario informale dei ministri economici e dei banchieri centrali del G20 sul sistema monetario internazionale che si terrà a Nanchino, nel sud del Paese.

GB ESPELLE CINQUE DIPLOMATICI LIBICI - La Gran Bretagna ha espulso cinque diplomatici libici dal Regno Unito. Lo ha reso noto il ministro degli esteri William Hague alla Camera dei Comuni. Hague ha detto che ieri una missione diplomatica britannica si è recata a Bengasi: era guidata da Christopher Prentice, l'ambasciatore a Roma. Tra i diplomatici esplusi c'é l'addetto militare. I cinque - ha detto Hague - potevano porre "un pericolo per la nostra sicurezza".

Il sipario sulla Conferenza tenuta ieri a Londra sulla Libia è calato con lo scenario di un possibile esilio del rais di Tripoli. Ma si è cominciato anche a parlare di armare i ribelli ("La risoluzione Onu - ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton - permetterebbe di farlo").

'Armare i ribelli libici sarebbe una misura controversa, una misura estrema' e 'dividerebbe la comunità internazionale' spiega a Radio anch'io il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, e ribadisce che la posizione italiana sulla è la no fly zone e i corridoi umanitari.

Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov si e' detto contrario all'ipotesi che la Nato armi le forze dell'opposizione libica.

''Poco fa il ministro degli esteri francesi ha detto che Parigi e' disposta a discutere con i partner della coalizione le forniture di armi per l'opposizione libica. Il segretario generale della Nato Rasmussen ha dichiarato che l'operazione in Libia si svolge per proteggere la popolazione e non per armarla e noi su questo siamo pienamente d'accordo con il segretario della Nato'', ha dichiarato il capo della diplomazia russa, citato dall'agenzia Interfax.

E mentre il presidente Usa Barack Obama dice che Gheddafi ha i giorni contati, il capo dello Stato Napolitano giudica negativo che i paesi dell'Ue si siano divisi e parla di errore non creare una difesa comune.

Intanto le forze fedeli al leader libico hanno riconquistato il sito petrolifero di Ras Lanuf, costringendo gli insorti ad abbandonare le postazioni e fuggire ad est.

Secondo la France Presse le forze fedeli al regime hanno ripreso il controllo della citta' a fine mattinata e gli insorti, presi dal panico, hanno cercato ora di ripiegare verso Brega, da loro ancora controllata.

Il 27 marzo il terminal petrolifero di Ras Lanuf era stato conquistato dai ribelli libici, rimasti poi bloccati per due giorni senza poter procedere verso Sirte.

LIBIA: MINISTRO ESTERI KUSSA VOLA IN GB E DEFEZIONA
ROMA - Il ministro degli esteri libico, Mussa Kussa, e' volato stasera dalla Tunisia in Gran Bretagna, dove ha annunciato la sua defezione e l'intenzione di abbandonare Muammar Gheddafi. Il nuovo colpo di scena era in qualche modo stato preceduto da voci e indiscrezioni circolate sulla stampa da quando il ministro, 59 anni, figura-chiave del regime di Tripoli, era comparso ieri misteriosamente in Tunisia. Una ''visita privata'' aveva detto l'agenzia tunisina Tap, secondo la quale il ministro era entrato dal posto di frontiera di Ras Jedir, dove sono passati nelle settimane scorse migliaia di profughi in fuga dai combattimenti. Un soggiorno fitto di mistero, in cui Kussa aveva incontrato ieri alcuni emissari francesi in un albergo a Djerba. E subito erano circolate le voci su una possibile defezione del ministro - sulla scia di quella di molti altri diplomatici libici nelle ultime settimane -, bilanciate pero' dall'ipotesi che Kussa stesse in realta' in missione segreta per trattare con i Paesi occidentali e arabi - riuniti ieri a Londra - per il conferenza sulla Libia - una ''uscita indolore'' per il rais e i suoi. Una via di fuga ''ufficiosamente'' lasciata socchiusa per Gheddafi dai paesi che lo bombardano anche dopo le dure dichiarazioni uscite ieri dal consesso londinese. Stasera le voci hanno di nuovo iniziato a inseguirsi quando la Tap ha fatto trapelare che Kussa, accompagnato da Abdelati Laadibi, viceministro per gli affari europei, verso le 13:00 locali di oggi era decollato da Djerba su un aereo svizzero alla volta di Londra. Per provare a tacitare le voci, il portavoce del governo di Tripoli, Mussa Ibrahim, si e' affrettato a dichiarare che quella di Kussa era una ''missione diplomatica'', escludendo - ''certo che no'', ha detto - le voci sui media di una possibile defezione. In serata il Foreign Office, il ministero degli esteri britannico, ha dato la notizia che l'aereo di Kussa e' atterrato a Farnborough, nel sud dell'Inghilterra; che il capo della diplomazia libica lo ha fatto ''di sua scelta'' e che si e' dimesso dal suo incarico: ''Possiamo confermare che Mussa Kussa e' arrivato all'aeroporto di Farnborough il 30 marzo proveniente dalla Tunisia. Ha compiuto il viaggio per sua libera scelta. Ci ha comunicato di essersi dimesso dal suo incarico''. Fonti diplomatiche citate da Al Jazira, mentre Mussa era ancora in volo, indicavano anche che Kussa intendesse trattare una fuga anche per altri gerarchi e dirigenti di Tripoli, che potrebbero quindi avergli confidato segretamente di voler abbandonare al suo destino Gheddafi. Stasera quindi lo stesso Foreign Office ha lanciato un appello ad altri gerarchi libici perche' disertino, con la tacita offerta di un rifugio sicuro sotto la tutela del governo di Sua Maesta', con l'offerta cioe' di un ''esilio dorato'' in quella Londra che gia' ospita dirigenti e uomini d'affari arabi. Qualche traccia di spiegazione l'ha fornita Norman Benotman, amico di Kussa e membro del think tank britannico Quilliam, secondo cui il ministro ''non era affatto contento e non approva gli attacchi del governo sui civili''. Secondo l'emittente Al Jazira, il ministro avrebbe defezionato e starebbe trattando un salvacondotto per se' e la sua famiglia. Un'ipotesi questa che trova conferma, sempre secondo l'emittente qatariota, in ambienti diplomatici europei. Del resto Kussa, uomo chiave del regime di Muammar Gheddafi ma non colpito dalle sanzioni dell'Onu, malgrado i sospetti di un suo coinvolgimento diretto nell'organizzazione dell'attentato di Lockerbie, si e' guadagnato negli anni successivi discrete credenziali in Occidente come artefice della politica estera che una decina d'anni fa ha riportato la Libia nell'ambito della comunita' internazionale dopo decenni di isolamento, sanzioni e ostilita'.
(Ansa)