Libia: vicino un accordo per governo unitario, al massimo tra 48 ore
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
RABAT, 21 SETTEMBRE 2015 - La Libia, assediata dallo Stato islamico e lacerata dalla guerra civile, potrebbe avere un governo unitario nelle prossime 48 ore. La notizia è stata diffusa da alcuni fonti libiche presenti nella località turistica marocchina di Skheirat, in Marocco, dove sono in corso intense trattative tra le parti per arrivare a un documento che metta tutti d'accordo. Secondo le fonti gli islamici salafiti di Tobruk e i militari di Tripoli sarebbero vicini a trovare una soluzione politica per risolvere l'emergenza umanitaria, economica e di sicurezza che sta mettendo in crisi la sopravvivenza stessa della nazione.
Domenica sera l'inviato dell'Onu, Bernardino Leon, si è incontrato con la delegazione del Congresso nazionale libico di Tripoli, con i delegati degli indipendenti e infine con quelli del parlamento di Tobruk, l’unico riconosciuto dai governi occidentali, per arrivare ad un testo definitivo dell'accordo. Leon ha già avuto i nomi dei candidati per il governo unitario da parte del parlamento di Tobruk mentre sta trovando resistenze da parte dei membri del Congressi a ottenere la loro lista dei candidati. [MORE]
La strada per una reale stabilità politica appare tuttavia già in salita. Il deputato del parlamento libico di Tobruk, Younes Fannush, ha definito "sbagliato e stupido" il dialogo in corso in Marocco tra i suoi delegati e quelli del Congresso di Tripoli. Intervistato dal sito libico Akhbar Libya 24, Fannush ha affermato che "è sbagliato dialogare con i golpisti e terroristi, con chi sostiene le bande terroriste presenti in Libia. Non possiamo dialogare con chi combatte contro il nostro esercito a Bengasi e a Derna". In particolare il politico critica "la posizione di Bernardino Leon, inviato dell'Onu, il quale condanna le violenze di Bengasi senza dire che la battaglia in corso in quella città è emblematica della situazione del Paese".
Il dialogo tra i due governi contrapposti è stato finora impossibile. Ma davanti all’avanzata dell’Isis, i due governi avrebbero deciso di collaborare. I tentacoli dello Stato islamico, dopo aver raggiunto in giugno Sirte, la città natale di Muammar Gheddafi, si allungano fino a Tripoli. Una settimana fa, equipaggiato con granate e cinture esplosive un commando di jihadisti ha attaccato questa una base aerea della capitale che ospita una prigione, scatenando l'inferno e uccidendo otto persone, di cui tre guardie. Solo l’ultimo di una serie di attentati, rapimenti e esecuzioni che stanno sprofondando la Libia nel terrore.
Tiziano Rugi