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Libia, italiani rapiti, media locali : "I quattro portati nel deserto". Alfano: molte le piste
SABRATA, 22 LUGLIO 2015 - Secondo il quotidiano online libico Akhbar Libia24, che cita fonti di Sabrata, città sulla costa nord-occidentale del Paese, «i quattro italiani rapiti sarebbero stati portati in una zona desertica dove è facile trovare nascondigli». «I rapitori –si legge- hanno fatto scendere gli italiani dalla loro macchina, e li hanno fatti salire su un'auto obbligandoli a lasciare i loro telefoni cellulari». «L’autista dell'auto degli italiani è stato legato e abbandonato nel deserto», conclude il sito. [MORE]
Tuttavia, per ora non c'è stata ancora alcuna rivendicazione del rapimento dei quattro uomini di cui non si hanno più notizie da domenica sera. La pista del rapimento a opera di scafisti per 'vendicarsi' del ruolo in prima linea dell'Italia nel controllo delle coste non ha trovato conferma, così come quella sostenuta dal governo di Tripoli secondo cui il rapimento sarebbe avvenuto per mano del Jeish al Qabail (Esercito delle tribù), composto sia da arabi che da berber, alleati del generale Khalifa Haftar.
Il Comando generale delle forze armate - operazioni dell'esercito nazionale, facente capo al generale Haftar, oggi, da Facebook, ha lanciato accuse alle milizie di Zuara (Zuwarah), legate alla coalizione Alba della Libia (Fajr) che sostiene il governo di Tripoli, ritenendole responsabili del rapimento: «nostre fonti confermano che le milizie della cosiddetta Fajr Libia di Zuara sono responsabili del sequestro dei quattro italiani». I quattro tecnici italiani della ditta di costruzioni Bonatti sarebbero stati sequestrati per «fare pressioni sull'Italia e ottenere la liberazione di sette libici arrestati per traffico di esseri umani nel Mar Mediterraneo».
Dello stesso avviso è anche Abdullah Naker, politico libico, presidente del partito al Qimma. Anch’egli ha infatti accusato le milizie di Alba della Libia, ricordando che «il rapimento è avvenuto nella zona intorno a Mellitah», area «controllata dalle milizie di Fajr. Queste milizie non sono nuove a questo genere di provocazioni ed hanno già rapito in passato alcuni diplomatici collaborano con i gruppi criminali e questo è il risultato».
Le dichiarazioni di Alfano e Mattarella
«Non credo che possiamo escludere una pista, ma facciamo lavorare chi ha titolo a farlo e a farlo nel silenzio», ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano a Skytg24. «Nessuno può dire se il rapimento possa essere attribuito alla lotta agli scafisti. È evidente che faremo di tutto per liberarli», ha proseguito. Successivamente è stata diramata una nota dal Viminale che recita: «L'unica cosa esclusa è che si tratti con gli scafisti».
Da Malta, invece, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel rispondere ai giornalisti che gli ichiedevano se ci fosse un'offensiva fondamentalista in particolare contro l'Italia, ha detto: «Tutti sono nel mirino: è nel mirino qualunque paese che si batta per la tolleranza, la civiltà e il rispetto delle vite umane». Mattarella ha spiegato che l'impegno dell'Italia per risolvere la vicenda è «molto forte» e che il rapimento dei quattro italiani in Libia rappresenta «una ferita aperta che speriamo si possa risolvere nel più breve tempo possibile».
[foto: tgcom24.mediaset.it]
Antonella Sica