Libia: dichiarato lo stato di emergenza a Tripoli e nei suoi dintorni
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TRIPOLI, 2 SETTEMBRE - Fayez Al Serraj primo ministro del Governo di Accordo Nazionale e capo del Consiglio presidenziale del governo dell'Unione Nazionale Libica (GNA) ha preso la decisione di dichiarare lo stato di emergenza a Tripoli e nei suoi dintorni, che sono stati teatro di violenti scontri tra gruppi armati rivali. [MORE]
Il Consiglio presidenziale ha spiegato, in una dichiarazione diffusa questo pomeriggio, che la sua decisione è intesa a "proteggere i civili e la proprietà pubblica e privata e le strutture vitali", sottolineando che prenderà tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza della popolazione.
Intanto, i media locali riferiscono dell'avanzata a sud della 7/a Brigata, impegnata in violenti combattimenti lungo la strada verso l'aeroporto e l'attacco alla capitale Tripoli sarebbe ormai imminente.
"Noi non vogliamo la distruzione, ma stiamo avanzando in nome dei cittadini che non riescono a trovare cibo e aspettano giorni in coda per avere lo stipendio, mentre i leader delle milizie si godono il denaro libico", ha affermato Abdel Rahim Al Kani .
Di fatto nella giornata di ieri le milizie della Brigata hanno preso il controllo della zona di Kurayema. L'obiettivo successivo è quello di mettere sotto comtrollo l'asse di Salah Eddine.
Il Consiglio presidenziale ha condannato gli scontri, definendoli "un attentato alla sicurezza della capitale e dei suoi abitanti, davanti ai quali non si può restare in silenzio".
L'obiettivo dei combattimenti "è quello di interrompere il processo pacifico di transizione politica" cancellando "gli sforzi nazionali e internazionali per arrivare alla stabilizzazione del Paese". Così ha dichiarato il Consiglio presidenziale del governo in un comunicato.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha oggi invitato "tutte le parti belligeranti in Libia a cessare immediatamente le ostilità" e a rispettare gli accordi di cessate il fuoco raggiunti sotto l'egida delle Nazioni Unite.
Ha inoltre richiamato l'attenzione sul fatto che "continuano le violenze nella capitale libica
Tripoli e nei suoi dintorni e, bombardamenti indiscriminati da parte di gruppi armati, uccidono e feriscono civili e bambini".
Anche gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l'Italia e la Francia hanno ammonito in un comunicato congiunto, emesso a Roma, le parti belligeranti in Libia, a porre fine ai combattimenti.
La capitale libica, Tripoli, è il teatro, da lunedì di violenti scontri tra milizie rivali. Fonti sanitarie hanno confermato che un centro medico aveva già registrato 41 morti e 126 feriti.
Luigi Palumbo
Fonte immagine: TheNewArab