Libia: Cnt, Inchiesta su morte di Gheddafi e Jalil fa paura promettendo la sharia
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Libia: Cnt, Inchiesta su morte di Gheddafi e Jalil fa paura promettendo la sharia

martedì 25 ottobre, 2011

BENGASI, 24 OTTOBRE - Una commissione per indagare sulle circostanze che hanno portato alla morte di Muammar Gheddafi. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio nazionale transitorio libico, Mustafa Abdel Jalil. Intanto sui siti vicini ad Al Qaeda in molti esultano dopo l’annuncio della reintroduzione in Libia della sharia, la legge islamica.[MORE]

Cosa sia successo davvero quando moriva Gheddafi ora è affidato al lavoro di una commissione d’inchiesta. Chi sia stato a ucciderlo, con che modalità e in che circostanze, infatti, a cinque giorni dalla sua morte, ancora, è tutto da chiarire. E se l’assassino del rais, ufficialmente, non ha ancora un nome, sul web è un crocevia di indiscrezioni. E qualcosa di più di indiscrezioni. Confessioni. Vere o fittizie, chissà. Senad el Sadok el Ureybi, in un video diffuso da una tv russa, sostiene di essere stato lui a uccidere il leader libico con due colpi d’arma da fuoco, alla testa e al petto. Circostanza che è stata smentita da Abdulhafed Gaddur, rappresentante in Italia del Cnt: “Secondo i nostri canali ufficiali - ha affermato l'ambasciatore - lui è stato catturato ferito ed è morto durante il trasporto”.

E se le ultime ore di Gheddafi sono avvolte nel mistero, anche la nuova Libia nasce avvolta da dubbi e timori a dimostrazione che il passato e il futuro della Libia, in questo momento, rimangono quanto mai oscuri. Forum jihadisti che veicolando la propaganda di Al Qaeda, in seguito alle aperture di Jalil verso una legislazione libica basata sulla Sharia, la legge islamica, il presidente del Cnt viene osannato: “Jalil principe dei credenti”. E se ciò basta a preoccupare la comunità internazionale, per il momento Jalil, fortunatamente, distende i toni: “Voglio dire ai libici e alla società internazionale, che ci sarà una legislazione progressiva che si baserà sulla Costituzione e sulla legge e sui suoi articoli. Siamo musulmani moderati”.

Noemi La Barbera


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