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Libertà e Giustizia: una giornata per la Costituzione

MILANO 27 NOVEMBRE 2012. Il 5 febbraio 2011 l'associazione Libertà e Giustizia riuscì a riempire il Palasharp di Milano per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Erano in molti allora ad essere preoccupati dal pericolo che il berlusconismo costituiva per la democrazia italiana. Questa volta invece l'evento organizzato dall'associazione fondata da Gustavo Zagrebelsky per il 24 novembre al Mediolanum Forum Di Assago ha lasciato vuoto metà palazzetto. Il titolo della manifestazione era “Per una nuova stagione costituzionale”, e quindi in difesa della Costituzione, che vuole essere un messaggio da anteporre a quelli che, soprattutto nella classe dirigente, spingono verso una “nuova stagione costituente”.[MORE]
Sul palco del Forum sono saliti personaggi di grande spessore morale e culturale: Umberto Eco, Paul Ginsborg, Sandra Bonsanti, presidente dell'associazione, Lorenza Carlassare, Don Virginio Colmegna, Nando Dalla Chiesa, Lirio Abbate, Maurizio Landini, Gad Lerner, Gianni Barbacetto. Dovevano essere presenti anche Roberto Saviano, la cui presenza ha fatto temere, secondo segnalazioni fatte alla scorta, per la sicurezza dell'evento, così lo scrittore si è premurato di inviare un video con un suo discorso, e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, impedito da un lutto familiare.
Dalla maggior parte dei discorsi tenuti dagli ospiti è venuto fuori il quadro di un'Italia allo sbando, un Paese in cui i più elementari valori costituzionali e di legalità vengono continuamente calpestati. La costituzionalista Lorenza Carlassare ha tenuto ricordare quanto sia “incredibile come in un momento in cui si è di fronte ad una legge elettorale non fatta, i nostri politici pensino a cambiare la costituzione. E' una ossessione. A ragione Umberto Eco” riferendosi all'intervento dello scrittore durante la manifestazione “quando afferma che si vuole cambiare qualcosa che nemmeno conosciamo”; Maurizio Landini ha parlato di democrazia e lavoro, mettendo in evidenza come ci siano voluti decenni di lotta, prima che i lavoratori vedessero riconosciuti i diritti costituzionali nelle fabbriche.
A chiudere la manifestazione, durata 4 ore, è stato Gustavo Zagrebelsky, il quale si è molto dilungato sulle distorsioni politiche che l'Italia ha vissuto per tutta la durata della Seconda Repubblica e che continua a vivere in questo lungo periodo di transizione, in cui le forze politiche si muovono nel tentativo di difendere i loro privilegi con una ridicola manipolazione della legge elettorale.

Fabio Brambilla Pisoni

immagine da www.mi-lorenteggio.com