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ROMA, 20 APRILE 2016 - I dati risultanti dal rapporto annuale sullo stato dell'informazione descrivono che "in tutto il mondo la libertà di stampa è in consistente e preoccupante declino".[MORE]
Reporter senza frontiere riassume i suddetti dati, da cui trapela che tra i Paesi in cui c'è meno libertà di espressione rientra anche l'Italia, scesa al 77° posto, indietro di altre quattro posizioni rispetto al 2014. Stando a Rsf, dappertutto i leader politici sono "paranoici" nei confronti dei giornalisti e "la sopravvivenza di un'informazione indipendente sta diventando sempre più precaria, sia nei media privati o controllati dagli stati, a causa delle ideologie, soprattutto religiose, ostili alla libertà di stampa". L’Italia si colloca agli ultimi posti nell'Unione Europea, a cui fanno seguito soltanto Cipro, Grecia e Bulgaria; meglio Moldova, Nicaragua, Armenia e Lesotho. I reporter che più descrivono la retrocessione italiana sono quelli che fanno inchieste sul crimine organizzato e sulla corruzione. Il paradiso dei giornalisti è la Finlandia, ormai da sei anni in testa alla classifica di Rsf, seguita nel 2015 dall'Olanda e dalla Norvegia. Russia, Turchia ed Egitto sono rispettivamente al 48°, 151° e al 159° posto. Per la prima volta l'Africa si colloca subito dietro l'Europa e supera il livello di ‘libertà di stampa’ americano, a riprova di un continente nel quale giovani menti stanno lottando per veder riconosciuti i propri diritti. Drammatica la situazione dell'Asia, giustificata dal ricorso a determinati indicatori usati da Rsf per stilare le classifiche, come la censura su Internet.
Il rapporto di Rsf conferma "la progressiva erosione del modello europeo", alimentata da un abuso delle leggi antiterrorismo. Sull'indipendenza dei giornalisti europei grava altresì il conflitto di interessi. Secondo Rsf il modello europeo è costituito sempre più da media di proprietà di grandi società con un'ampia gamma di interessi. Ne è un esempio la Francia (45esima) dove "la maggior parte dei media nazionali appartiene a un piccolo gruppo di imprenditori con interessi in aree economiche che nulla hanno a che vedere con il giornalismo. In Bulgaria (113esima), il Paese europeo con la minore libertà di stampa, i politici e i gruppi di interesse controllano la maggior parte dei media. "In Gran Bretagna (38esima), la polizia ha usato nuove leggi per violare le fonti dei giornalisti, mentre il numero di perquisizioni con lo stesso obiettivo è cresciuto in Italia, Paese dove sono frequenti le minacce della mafia". Le variabili utilizzate per misurare il livello di libertà dei giornalisti in 180 Paesi, costituenti il World Press Freedom Index, sono: pluralismo, indipendenza dei media, ambiente in cui si opera e autocensura, provvedimenti di legge in materia, trasparenza, infrastrutture e abusi.
Luna Isabella
(foto da stplecce.it)