Cultura e Spettacolo
Lezione magistrale per le scuole superiori lametine sull’attualità del pensiero di Gioacchino da Fi
LAMEZIA TERME (CZ) 23 MARZO - Lezione magistrale per gli studenti dei licei Fiorentino, Galilei e Campanella di Lamezia Terme che hanno seguito con molto interesse una dotta conversazione su “Pensiero e attualizzazione” di Gioacchino da Fiore tenuta dallo studioso lametino Francesco Polopoli. Il momento altamente culturale è stato promosso dall’Associazione culturale “ Felice Mastroianni”, presieduta da Antonio Butera che , nell’introdurre l’incontro, ha evidenziato la valenza didattica e formativa di queste iniziative mirate a stimolare gli interessi degli studenti e a facilitare la loro crescita umana e culturale. «Quest’anno intendiamo approfondire le conoscenze di calabresi illustri» ha affermato il presidente passando la parola alla professoressa Mirella Scuro che ha presentato il relatore lasciandosi trasportare dall’emozione essendo stato, in passato, un suo alunno.
Di lui ha sottolineato soprattutto l’amore per i classici che approfondiva fin d’allora diventando in seguito un vero cultore di Latino e Greco, materie che attualmente insegna presso il Liceo Classico di San Giovanni in Fiore. Lo studioso Polopoli, prima di iniziare la sua dissertazione, ha proiettato un audiovisivo su Gioacchino da Fiore al fine di imprimere nella mente dei convenuti il suo pensiero con maggiore incisività. Subito dopo, ha riproposto altre immagini sulla vita di Gioacchino da Fiore attraverso un video che, dieci anni fa, ha realizzato con i suoi alunni del Liceo Classico di San Giovanni in Fiore ottenendo dall’amministrazione comunale un lusinghiero riconoscimento per il lavoro svolto. Francesco Polopoli ha poi affrontato l’argomento in oggetto cercando di mettere in luce l’attualità di Gioacchino da Fiore e far capire ai ragazzi chi era veramente Gioacchino da Fiore. «Era una scintilla - ha detto Polopoli - capace di incendiare il mondo» frase che ha avuto una grande risonanza ed accolta dallo stesso Dante che l’ha tradotta in volgare rimarcando il valore della lingue antiche. I due grandi personaggi, Gioacchino da Fiore e Dante, si incontrano ancora una volta sulla visione della Calabria, ritenuta allora selvaggia e riabilitata da Dante solo in nome di Gioacchino da Fiore che nel XII canto del Paradiso definisce « l’abate di spirito profetico dotato» contestualizzando la Calabria in nome della luce che sprigionava. L’ illustre relatore ha precisato pure che Gioacchino da Fiore è un protopatriota , già in clima risorgimentale, come sostiene lo stesso Mazzini in un saggio “ Dell’amor patrio di Dante” esplicitato in uno studio edito da Bianca Rosa del 1977.
«Non c’è buona gestione della cosa pubblica,- secondo Mazzini - se permangono lotte interne e discordie profonde» espressione che si presenta, in seguito , come una inventiva contro la penisola italiana in chiave ironica. «Gioacchino da Fiore – ha continuato Polopoli – è il miglior dono della calabresità, quello che la rappresenta meglio ed è colui che nutre una dose di ottimismo in tempi di crisi. Infatti in un mondo che va allo scatafascio, l’idea di una palingenesi rigenerativa e di una rifioritura dei tempi spezza l’apocalittica politica in direzione di un cambio di pagina, basato sui bisogni di tutti e migliore». Come la storia anche la vita è attraversata dai disegni del Cielo letta all’insegna della unitrinità. L’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, è un riflesso dell’intelletto e della libertà di Dio, ed è riverbero della santità di Dio. Ogni situazione, in cui qualcuno emani una legge, rifugga dal male, lodi il buon comportamento o si senta colpevole, attesta che siamo creati alla stessa immagine di Dio e a livello sociale, l’uomo fu creato per la comunione. Concetto che rispecchia la natura trinitaria di Dio e del suo amore perché , nel caso in cui qualcuno si sposi, instaura un’amicizia, frequenti la chiesa , un oratorio o un sodalizio umano, dimostra che siamo stati creati a somiglianza di Dio. Ciò è evidente nella frase tratta dal “Libro ad Autolico” di San Teofilo di Antiochia: « Se dici: fammi vedere il tuo Dio, io ti dirò: Fammi vedere l’uomo che è in te, e io ti mostrerò il mio Dio».
Foto: Polopoli- Scura - Butera
Foto: Studenti delle scuole superiori di Lamezia Terme
Lina Latelli Nucifero