Societa'

Lettera alla redazione infoOggi da un "cittadino italiano indignato"

Riceviamo e pubblichiamo
CATANZARO, 04 APRILE
- Giorno 29 marzo u.s., mentre ero alla guida della macchina per raggiungere l’ospedale “PUGLIESE”, una notizia trasmessa da un giornale radio informava i radioascoltatori che i premi di produttività che dovevano essere pagati ai dirigenti delle Aziende Sanitarie erano stati bloccati.[MORE]

Ancor prima dell’evento che mi è capitato e che di seguito vi racconterò ho pensato che non solo i premi a questi dirigenti non devono essere elargiti ma, per quello che fanno e per come hanno ridotto la sanità, anche gli stipendi gli si dovrebbero dimezzare. Con l’evento che mi è capitato e che ho dovuto subire mio malgrado il mio pensiero a riguardo, si è maggiormente rafforzato perché, essendomi stato, a seguito di un infarto, applicato uno STENT a una coronaria anni fa tramite una coronografia, ero per un normale controllo periodico e di routine arrivato in ospedale.

Durante il controllo il medico si è accorto che il cuore pulsava lentamente e quindi era necessario ricoverarmi urgentemente nel reparto Cardiologico e siccome non vi erano posti disponibili mi rilasciava un certificato con allegato l’Elettro Cardiogramma e mi mandava al pronto soccorso per il ricovero anche in appoggio a qualche altro reparto perché era urgente l’applicazione di un Pacemaker.

Al pronto soccorso l’infermiera all’accettazione classificava l’intervento “GIALLO URGENTE” e non Rosso come il caso prevedeva fosse indicato senza interpellare un medico. Dopo circa due ore seduto in sala di attesa e, a seguito di mie insistenze, perché mi sentivo male, finalmente un’infermiera mi misurava con un ditale l’ossigenazione e dopo aver controllato le pulsazioni, mi accompagna su un lettino, dove un infermiere mi applica un Ago Cannula per eventuali interventi urgenti da fare.

Forse è stato proprio questo che mi permette oggi di scrivere perchè ho rischiato di morire al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Capoluogo di Regione. Infatti, mentre ero sul lettino, ho incominciato a sudare freddo e ad avvertire gli stimoli di andare al bagno e, quando mia moglie riferiva ciò che mi succedeva a un’infermiera questa si limitava a indicarle quale fosse la porta del bagno non ritenendo i sintomi causa di una certa gravità.

Infatti, con l’aiuto di mia moglie scendo dal lettino, ma non riesco a fare un passo che casco per terra privo di conoscenza e sbattendo con il capo sul pavimento. Solo a seguito di questo evento sono soccorso e forse grazie all'AgoCanula che mi era stata applicata, è stato possibile iniettare subito il farmaco che ha rimesso in moto il cuore e fatto, dopo un po’ di tempo, alzare la pressione arteriosa che era arrivata a livelli bassissimi.

Dopo il recupero con una barella sono stato portato al reparto accompagnato da un certificato che indicava che avevo avuto una SINCOPE. Al reparto con altri pazienti barellati come me, abbiamo dovuto trascorrere nel corridoio oltre ventiquattro ore prima che si liberasse un posto letto.

Durante tutta la degenza ho potuto costatare che non c’è stato giorno che il corridoio fosse sgombero di barelle con pazienti in attesa di un posto letto. L’assegnazione del posto letto e il collocamento in camera non hanno migliorato le condizioni di degenza perché a ridosso dei balconi e delle finestre delle camere sono ubicati dei locali dove ci sono dei motori in moto 24 ore su 24 che producono dei rumori fastidiosi di giorno, ma di notte diventano assordanti.

Voglio comunque ringraziare i medici i paramedici i volontari non pagati e gli addetti alle pulizie che nei due reparti di EMODINAMICA e CARDIOLOGIA perché solo persone che amano fare il proprio lavoro riescono a fare veramente quello che fanno loro. La cortesia, la diligenza, lo spirito di abnegazione accompagnato da un’alta professionalità (forse è questo che spinge gli ammalati di tutta la regione, e in pochi giorni nel reparto ne ho incontrati tanti, a farsi curare da loro) riescono con le poche risorse disponibili a fare dei veri e propri miracoli, le attrezzature più elementari vetusti, la mancanza di medicine che dobbiamo portare da casa ecc. ecc. se i primi fossero sostituiti con nuovi apparecchi e i farmaci forniti al reparto le cose andrebbero meglio.

I fondi che riuscirete ad accumulare bisognerebbe spenderli per evitare questi incresciosi episodi e non elargirli a chi niente fa e niente ha mai fatto se non altro che ridurre la sanità a questo stato. Se proprio dovete dare qualche gratificazione dateli alla base che è quella che svolge il lavoro e non ai vertici. Sentivo alcuni infermieri che non hanno riconosciuto alcun passaggio di fascia da anni fascia che comporterebbe un aumento di circa 40 euro.

Mellace Giuseppe cittadino Calabrese residente nella Provincia di Catanzaro

(notizia segnalata da: Mellace Giuseppe)