Cultura e Spettacolo

Leggerezza poetica e natura calabrese nella presentazione di Radici come parole di Anna Guzzi

Si è svolta giorno 29 aprile 2024, presso la Sala delle Culture di Sellia Marina, alle ore 18:00, la prima presentazione del libro di poesia Radici come parole della prof.ssa Anna Guzzi (prefaz. di Alessandro Quasimodo, Aletti, 2023). Sono intervenuti il Presidente del Consiglio comun., avv. Giuseppina Frangipane, e la Dirigente dell’IC di Sellia Marina, Filomena Rita Folino: entrambe hanno sottolineato il valore formativo dell’evento al quale hanno partecipato anche numerosi studenti. Alcuni di essi hanno letto con emozione le poesie della raccolta, altri (Miruna, Sofia, Serena) erano già stati coinvolti nell’illustrazione della copertina del libro. 

L’autrice, dopo i saluti istituzionali, ha dialogato con la dott.ssa Maria Primo, docente presso l’IC di Cropani-Simeri Crichi, esperta di origine del linguaggio nelle neuro-scienze, e con la prof.ssa Donatella Perri in servizio presso l’IC “Patari-Rodari” di Catanzaro, esperta di biodiversità. Ne è nata una interessante discussione sul nesso tra radici e parole, sul bisogno di tornare a un’essenzialità che non significa banalizzare, ma esprimere le molteplici sfumature del reale. Il titolo, inoltre, rievoca la natura silana, come ha spiegato la poetessa, ricordando quando, da bambina, rimaneva affascinata dalle radici contorte degli alberi che fuoriuscivano dal terreno, quasi a voler cercare il cielo, senza restare imprigionate nella ‘terra’. Proprio questa parola, nella raccolta, assume un valore particolare: indica, cioè, l’umanità e la concretezza della storia, intreccio di luce e ferite da attraversare. 

La poesia, in effetti, può nascere solo dal vissuto; essa è una modalità del pensiero capace di unire vita e letteratura. In questa direzione, Radici come parole è sorta di critica letteraria in forma poetica, poiché costruisce nessi vertiginosi tra Dante e Lucrezio, Campana e Caproni, Gadda e il mito di Amore e Psiche e, soprattutto, fra il romanzo I fiumi profondi di Arguedas, da cui vengono alcune parole della lingua inca del Perù, e il calabrese Lorenzo Calogero. Nell’intervento della prof.ssa Perri, è emerso, poi, come la natura mediterranea, evocata dalla poetessa con lessico scientifico, debba molto ai versi di Calogero, alle fiumare spazzate dal vento che sembrano scoperchiare il paesaggio quasi portando allo scoperto i «nervi dell’anima,/scoperti sulla pelle assottigliata». 

Il mondo vegetale è un esempio di interconnessione e resilienza: niente è fuori posto e perfino le ali di una farfalla «scrollandosi,/ cambiano piega al vento: non so/ più se in Calabria o sulle Ande» (Yllu: musica delle piccole cose). Il senso si annida, spesso, nei dettagli quasi invisibili, assimilati alle felci in penombra sotto gli abeti, e le parole, per Anna Guzzi, sono scarpate carsiche, apertesi magari sotto un pino loricato: mostrano e non dicono.