Politica
Legge Stabilità, Letta: «Certezze per 3 anni». Sanità, Saccomanni: «Troveremo soluzione equa»
ROMA, 14 OTTOBRE 2013 - Con la fiducia ormai alle spalle e Lampedusa sempre presente all’orizzonte il governo Letta si appresta a varare la Legge di Stabilità: «La vedrete martedì. Sarà una legge pluriennale, abbiamo intenzione di intervenire su tre anni, crediamo che ci siano le condizioni per intervenire sul lungo periodo e dare certezze ad imprenditori e lavoratori».[MORE]
Queste le parole pronunciate dal presidente del Consiglio Enrico Letta a margine dell’incontro tenuto a Palazzo Chigi con il premier finlandese Jyrky Katainen. Una legge di stabilità che si pone dunque come obiettivo oltre che la riduzione della spesa anche il rilancio della crescita economica. «Ho insistito – ha spiegato il premier – perché ora che i conti sono in ordine e il debito e il deficit sono scesi. L’Italia è un paese credibile per chiedere politiche per la crescita. La crescita non è l’alternativa a non fare il debito».
Da Lussemburgo è il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, a fare da eco al presidente Letta: «Questa legge di stabilità vuole chiaramente rilanciare la crescita, ridurre gli oneri fiscali sul lavoro e sulle imprese e rilanciare gli investimenti». Il ministro Saccomanni ha anche spiegato che «ci sarà un allentamento del patto di stabilità per i Comuni, che potrano dare più risorse agli investimenti soprattutto per progetti di natura idrogeologica, per l’edilizia scolastica e progetti che possono essere attivati rapidamente».
Ma sullo sfondo vi è l’allarme lanciato questa mattina dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, preoccupata per i possibili tagli alla sanità: «Ho detto con grande chiarezza che il Sistema Sanitario Nazionale non può sopportare i tagli che abbiamo letto sui giornali, da 1,5 a 3 miliardi. Siamo in una fase di ristrutturazione importante e di recupero di risorse dalle regioni – ha continuato a spiegare la Lorenzin - se vogliamo mantenere certi standard non possiamo subire altri tagli».
La preoccupazione principale della ministra è rivolta alla discrepanza già presente, ma che in tal caso potrebbe aumentare, tra i vari sistemi sanitari regionali: «con nuovi tagli lineari – spiega difatti la Lorenzin - salta il patto per la Salute. I risparmi si stabiliscono solo tra ministero e Regioni, non con tagli lineari ma con una mirata lotta agli sprechi. Altrimenti saltano le 15 regioni sotto piano di rientro e sono in difficoltà anche le 5 che hanno i conti in ordine».
Tuttavia proprio su tale questione è intervenuto il ministro Saccomanni che ha precisato: «Siamo in contatto con i presidenti delle Regioni, alla fine si troverà una soluzione equa per tutti quanti».
(Immagine da lettera43.it)
Giovanni Maria Elia