Politica
Legge Stabilità, dopo le critiche interviene Napolitano: «Serve coraggio, non incoscienza»
ROMA, 18 OTTOBRE 2013 - Dopo le pesanti critiche bipartisan piombate sulla legge di stabilità varata dal governo Letta, alle quali si sono aggiunte anche quelle provenienti da imprese e sindacati, oggi, in difesa del provvedimento, è intervenuto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.[MORE]
«Occorre un atteggiamento critico quanto si voglia – ha affermato il Capo dello Stato in un videomessaggio trasmesso durante il convegno dei giovani di Confindustria – ma che sia sostenibilmente propositivo e consapevole di vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare – altrimenti, continua Napolitano – non sarebbe una prova di coraggio ma una prova di incoscienza».
Parole che stridono ed entrano in contrasto con il dissenso espresso peraltro anche dallo stesso presidente dei giovani industriali, Jacopo Morelli, che si era espresso sulla necessità di una «Legge di stabilità coraggiosa e di rottura, che segnasse la fine del rigore depressivo e l’avvio di investimenti per la crescita».
Tuttavia ha sottolineato nel suo messaggio il presidente Napolitano: «Abbiamo superato momenti molto più complessi e supereremo anche questo momento di crisi. Occorre – ha spiegato il Capo dello Stato – ricostruire un clima di fiducia. Bisogna in primo luogo che tutte le forzi sociali, culturali, politiche del Paese sappiano di avere il dovere di dare fiducia in un’Italia che torni a crescere nel Nord e nel Sud perché se crescesse solo al Nord d’Italia non andrebbe troppo avanti».
Dunque è un richiamo forte quello espresso dal presidente Napolitano rivolto non soltanto al mondo industriale ma naturalmente anche a quello politico. Tanti infatti i dissensi provenienti dalle varie espressioni parlamentari: dal Pd, con le paventate dimissioni del viceministro all’Economia, Stefano Fassina, al Pdl, con i falchi o lealisti, che dir si voglia, che definiscono la manovra come un disimpegno verso gli elettori, per passare dalle dimissioni irremovibili del “professore” Mario Monti da leader di Scelta Civica. In ultimo quelle dei fatte registrare dai sindacati nella giornata di oggi attraverso lo sciopero generale.
Insomma, per la legge di stabilità del governo Letta l’iter parlamentare si prospetta pieno di insidie ed incertezze.
Giovanni Maria Elia