Legge elettorale, alla Camera per fine gennaio. Accordo Pd-Fi? Ncd avverte: «Così governo rischia»
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ROMA, 18 DICEMBRE 2013 - «L’obiettivo è di portare il provvedimento sulla riforma della legge elettorale in Aula alla Camera entro il 31 gennaio». Ad affermarlo è il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza Italia, a margine dell’ufficio di presidenza della commissione che deve indicare l’iter della riforma.
La data indicata tuttavia non è categorica, tiene a precisare lo stesso Sisto, il quale spiega che il termine «vuole essere indicativo di una volontà di procedere rapidamente facendo le cose per bene. Abbiamo un mandato cui adempiere dalla Corte Costituzionale e del Paese. Dobbiamo dare una indicazione chiara, forte, un lavoro da svolgere rapidamente per non apparire ma essere».
Ed è proprio nello iato immenso tra apparire ed essere che, al di là dei buoni propositi, si dipanano tutte le sfumature politiche del caso, a cominciare dal possibile relatore del testo. Forza Italia vorrebbe che fosse lo stesso Paolo Sisto, ipotesi questa che naturalmente non piace al Pd e ad altre espressioni parlamentari. La soluzione al momento più caldeggiata prevede due relatori: uno dell’area di centrodestra e l’altro di centrosinistra.
Ma a tenere soprattutto banco in queste ore è la trattativa, più o meno avviata, più o meno nascosta, di un possibile accordo tra Pd e Forza Italia. In tal senso, nella giornata di ieri, le parole del neosegretario del partito di via del Nazareno, Matteo Renzi, lasciavano spazio a pochi dubbi: «le riforme costituzionali e la legge elettorale si fanno con tutti». Se poi si aggiunge l’indiscrezione, naturalmente smentita, di un incontro avvenuto ieri tra Renato Brunetta e Dario Nardella, uomo di fiducia del sindaco di Firenze, ecco che la possibilità di un accordo per la legge elettorale sull’asse Pd-Fi diventa reale.[MORE]
Situazione questa che non lascia di certo insensibile e indifferente il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, che si ritroverebbe in tal caso escluso dai giochi. Non a caso un esponente di spicco come il senatore Roberto Formigoni ha affermato: «Renzi sappia che se fa accordi fuori dalla maggioranza, la maggioranza salta. Facendo saltare il governo, se ne assume la responsabilità davanti il Paese».
Ed anche all’interno del Pd un eventuale accordo con il partito di Berlusconi non è ben visto, come si nota dalle laconiche ma quanto mai chiare affermazioni di Rosy Bindi: «Renzi non spacchi la maggioranza».
(Immagine da agi.it)
Giovanni Maria Elia