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Legge di Bilancio: tra occupazione, tasse e debito
ROMA, 3 OTTOBRE – È di circa 20 miliardi la nuova manovra che dovrà portare il nostro Paese al rispetto dei trattati europei e ad una crescita dell’occupazione.[MORE]
La manovra per il 2018 che dovrebbe accompagnare il nostro Paese fino al 2020 sta per partire. Si tratta di circa 19,58 miliardi di Euro, circa l’1,1% del Pil italiano, coperta per 10,9 miliardi in deficit e 8,62 miliardi da nuove entrate.
A comunicare i numeri della prossima legge di Bilancio è stato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. L’incentivo alla crescita è alla base della manovra, con conseguente aumento dell’occupazione e abbassamento dell’indice di povertà.
“Un milione di occupati in più è un risultato incoraggiante ma che tuttavia non ci soddisfa” ha dichiarato il ministro. Continuando, asserisce “Persiste la fase di significativo miglioramento del mercato del lavoro […] prevedendo un ulteriore, progressivo dell’occupazione nei prossimi mesi e anni”.
Dati alla mano, secondo il ministro questa finanziaria dovrà portare una crescita del nostro pil dello 0,3% sia nell’anno 2018 che nell’anno successivo.
Ecco riassunti i principali punti della prossima manovra:
- Nel 2018, 338 milioni verranno stanziati per le nuove assunzioni dei giovani. Questa somma solo come base di partenza perché nel 2019 arriveranno ad essere più di 2 miliardi, fino ad arrivare ai 4 del 2020;
- Lotta alla povertà stanziando 2,7 miliardi per la coesione sociale, includendo il reddito da inclusione (principale strumento per la lotta a questo fenomeno);
- Circa 2,6 miliardi per finanziare le misure già entrate in vigore precedentemente e che hanno bisogno di ulteriori fondi. Questa somma include anche il rinnovo dei contratti dei dipendenti statali, con un aumento dello stipendio medio di 85 euro al mese;
- Nel 2018 saranno messi a disposizione 300 milioni per investimenti pubblici, che arriveranno ad essere 1,3 miliardi nel 2019, per poi arrivare a 1,9 miliardi nel 2020.
- Tagli della spesa per 3,5 miliardi tramite la riduzione di fondi, trasferimenti e spending review dei ministri;
- Lotta all’evasione che dovrebbe portare all’incirca 5,1 miliardi. Con particolare riguardo all’introduzione della “web tax” (tassa applicata alle multinazionali che operano sul web).
L’unica nota negativa arriva da Bankitalia, che esorta il nostro Paese – per l’ennesima volta – alla riduzione del debito. Secondo quanto afferma Luigi Federico Signorini, Vicedirettore Generale della Banca d’Italia, il rispetto dei trattati europei è alla nostra portata.
Bisogna “muoversi lungo un ‘sentiero stretto’ tra l’esigenza di non soffocare la ripresa congiunturale e l’imperativo di ridurre il debito. Lo ha più volte ricordato anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze”, afferma Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio.
A questo si aggiunge anche la Corte dei Conti che, con riguardo al rapporto tra entrate/spesa del nostro Stato, sollecita il governo a rimediare alle “distorsioni” accumulate su questo frangente.
Giovanni Napolitano
Fonte immagine: infooggi.it