Legambiente: "In Italia ogni 62 chilometri di costa un punto è inquinato"
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ROMA 14 LUGLIO 2015 - Bilancio inquietante alla pubblicazione dei dati dell’analisi portata a termine da Goletta Verde, di Legambiente: un punto ogni 62 chilometri di costa in Italia è inquinato.
I dati raccolti dal laboratorio mobile dell’associazione ambientalista mostrano che circa il 45% delle acque italiane, su 266 campioni prelevati, contengono una carica batterica superiore da quella consentita dalle normative. Sul fronte delle infrazioni normative, dai risultati delle indagini effettuate nel 2014, ne sono state rilevate 40 nei mari e lungo le coste.[MORE]
Secondo il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti le cause dell’inquinamento sarebbero gli «scarichi non depurati che attraverso fiumi, fossi e piccoli canali si riversano direttamente in mare. Una conseguenza diretta della mancanza di un trattamento di depurazione adeguato, che ancora riguarda il 42% degli scarichi fognari del nostro Paese».
Dalle rilevazioni di Goletta Verde la Sardegna registra i dati migliori, pur riscontrando qualche punto critico in corrispondenza di foci di fiumi o canali , mentre i dati peggiori sono riscontrati in Sicilia, regione nella quale sono stati rilevati ben 14 punti inquinati e fortemente inquinati su 26 presi in analisi.
Per quanto riguarda la sponda adriatica i risultati migliori si ritrovano in Veneto e Friuli Venezia Giulia – campionate però all’inizio della stagione balneare, cioè durante i primi giorni di giugno – e le situazioni più problematiche, invece, si registrano nelle Marche e in Abruzzo.
Su 120 punti inquinati, la metà si trova nei pressi delle spiagge, per la maggioranza spiagge libere. Il 49% di questi risulta non campionato dalle autorità competenti, ovvero non sottoposto a controlli sanitari, sottolinea l’associazione, e il 38% risulta addirittura balneabile secondo il Portale delle Acque del ministero della Salute. Solo 14 punti su 120 non sono balneabili.
Durante il 2014 le infrazione accertate delle autorità preposte al controllo – forze dell’ordine e capitanerie di porto – per reati inerenti al mare e la costa sono state 14.542, in lieve crescita rispetto al 2013 (14.504).
Queste infrazioni hanno portato alla denuncia, e in alcuni casi all’arresto, di 18mila persone e a 4.777 sequestri. A guidare la classifica, a livello regionale, c’è la Puglia con 3.164 infrazioni accertate, pari al 21,8% del totale nazionale, a seguire troviamo la Campania (1.837, il 12,6%) e la Calabria (1.370, il 12,6%). Tenendo invece conto delle infrazioni per chilometro di costa, sempre su scala regionale, vediamo al primo posto la Campania con 3,9 infrazioni per chilometro di costa, seguita dalla Puglia con 3,7, il Molise con 3,1, la Liguria con 3 e le Marche cn il 2,9.
Particolarmente preoccupate per l’associazione ambientalista è la situazione sul fronte depurazione: l?Italia rischia sanzione europee per circa 416 milioni di euro all’anno, a partire dal 2016 fino al completamento delle opere per la messa a norma della depurazione degli scariche civili. Il 42% degli scarichi fognari italiani manca di un adeguato trattamento di depurazione.
Come ha spiegato oggi il responsabile scientifico Giorgio Zampetti: «a conferma del deficit depurativo ci sono le due sentenze di condanna arrivate dalla Commissione europea rispettivamente nel 2012 e nel 2014, e il parere motivato del marzo 2015 relativo alla terza procedura d'infrazione aperta nei confronti del nostro Paese per il mancato rispetto della direttiva 91/271 sulla depurazione degli scarichi civili. Procedimenti che riguardano un agglomerato su tre». «La grave inefficienza depurativa dell'Italia - ha proseguito Zampetti - non rappresenta solo un danno all'ambiente ma anche all'economia. Si stima, infatti, che le sanzioni Ue siano pari 476 milioni di euro l'anno dal 2016 e fino al completamento delle opere».
Federico Fusca
(Immagine da http://www. momatravel.it)