Politica
Lega: Rixi, così Di Maio fa pressione sulle procure
ROMA, 18 MAGGIO - "La mia sentenza è prevista per il 30 maggio. C'era bisogno di buttarla in campagna elettorale cinque giorni fa? Io non posso concepire i processi a priori, la verità è che si fanno pressioni sulle procure per ottenere condanne. Leggere i processi in chiave elettorale espone le procure a tensioni. Io non capisco perché non si possa far lavorare la magistratura con tranquillità". Lo afferma il viceministro alle infrastrutture Edoardo Rixi. Intervistato da Corriere della Sera, Stampa e QN, l'esponente leghista sulle eventuali dimissioni evidenzia: "Faccio quello che mi dice Matteo Salvini, non Luigi Di Maio. Quel che pensano i 5 Stelle non m'interessa".
"Il M5S si deve decidere se vuole governare o se vuole andare a casa. Così, secondo me il Paese si schianta. Il problema, sia chiaro, non è se Rixi fa o non fa il viceministro, può pure essere contento di non farlo, se questo dà serenità ai pentastellati. Ma se metterci alla graticola è un modo surrettizio per bloccare il Paese, allora no, non ci stiamo. Il loro comportamento è un comportamento totalitario, che blocca le istituzioni", sottolinea Rixi. "Se continua così, e spero proprio di no, è impossibile governare.
Il tema non è tanto le polemiche, pur se oggi sono una roba invereconda. Il tema sono i contenuti. Mi sembra folle doversi arrampicare sugli specchi per fare le cose che servono al Paese"; prosegue Rixi. "Abbiamo fatto un decreto che si chiama sblocca cantieri e poi vedo che si lavora per bloccare e impantanare le opere.
Se non si fidano delle imprese, se non si fidano di chi lavora, nessuno sarà disposto a investire in Italia". Per Rixi non esiste un problema morale in Italia, "credo che lo vedremo a inchieste concluse. C'è, invece, un grosso problema di strumentalizzazione delle inchieste per una campagna elettorale", ribadisce. "Le procure è giusto che agiscano, se ritengono. Il problema è la cavalcata mediatica delle inchieste che è stata fatta dai M5S".