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Lega Pesca/Legacoop Calabria, far decollare la legge di settore per assicurare un futuro alla pesca
Catanzaro 6 ottobre 2012 - La pur buona capacità di spesa sulla politica strutturale non è sufficiente per traghettare le imprese fuori dalla crisi. Per modernizzare la filiera, riposizionare il settore e uscire dalle continue emergenze è indispensabile – ha dichiarato il Responsabile regionale di Lega Pesca, Salvatore Martilotti, nelle audizioni della Seconda Commissione Bilancio del Consiglio Regionale della Calabria su due proposte di legge abbinate - far decollare tutti gli strumenti messi in campo dalla legge regionale di settore, la legge n°27/2004 “Azioni a sostegno di uno sviluppo dell’economia ittica della Calabria compatibile con l’obiettivo di valorizzazione della fascia costiera marina”.
Grazie ad una fattiva collaborazione, che ha portato la Regione a recepire le istanze della cooperazione, la Calabria – continua Salvatore Martilotti - ancora oggi può vantare una delle migliori leggi regionali in materia di economia ittica che supera la disattenzione ed i ritardi del passato e che potrà offrirà ai pescatori e alle imprese, cooperative e non, un concreto strumento di sviluppo. Certamente è tra le più innovative a livello nazionale, ma è rimasta finora inattuata per la completa assenza di ogni dotazione. [MORE]
Le accelerazioni diventano urgenti per le tante emergenze che stanno attraversando i pescatori con le imprese di pesca al centro di un’aspra e prolungata crisi che fa lievitare il disagio nelle marinerie. Auspichiamo che il decollo della legge di settore trovi vasta eco e consenso tra tutti i gruppi consiliari poiché l’attuale situazione emergenziale impone, non la rincorsa alle chimere, ma un forte impegno finanziario finalizzato alla rimozione di quei limiti strutturali che frenano la crescita e lo sviluppo dell’economia ittica regionale. Il Responsabile regionale di Lega Pesca, Salvatore Martilotti, ricorda i dati della crisi del settore : in 5 anni, la flotta si è ridotta di 110 imbarcazioni, per una perdita di 770 posti di lavoro diretti.
Le catture si sono ridotte di 2540 tonnellate di catture, per una calo del valore della produzione di 14 milioni di euro. Una tendenza preoccupante – dichiara Martilotti – se consideriamo che la flotta calabrese (circa 850 battelli, il 6% del totale nazionale) si caratterizza per una forte componente artigianale, con un rilevante impatto sul tessuto economico locale.
L’interdizione prima delle reti spadare, poi delle pesche speciali, che coinvolgono l’80% delle imbarcazioni di piccola pesca, per un totale di 1000 addetti, hanno aggravato ulteriormente la situazione. Per fronteggiare questa crisi straordinaria è indispensabile mettere in moto gli interventi previsti dalla legge regionale di settore: dagli strumenti di gestione partecipata, come l’Osservatorio regionale pesca e acquacoltura, agli strumenti finanziari innovativi come l‘Agenzia per lo sviluppo, fino agli aiuti all’occupazione e alle attività di servizio e supporto ai sistemi produttivi.
E la Regione – conclude Salvatore Martilotti - con cui non è mai venuto meno il dialogo e la collaborazione, può fare molto per contribuire a questo processo, riconoscendo centralità al mare e alla pesca come grande risorsa dell'economia regionale.