Economia

L'Italia nella morsa del cemento

ROMA- I numeri fanno impressione ed è proprio il caso di dire che il Belpaese è totalmente soffocato dal cemento.
Secondo uno studio di Legambiente tra la metà degli anni ’90 e il 2009 le “nuove costruzioni” hanno divorato circa 500 chilometri quadrati di terreni.
Ma se si punta la lente di ingrandimento sulle zone agricole intorno ai centri urbani, la situazione è ancor più drammatica con circa 22 mila chilometri quadrati tolti all’agricoltura a favore delle città, che praticano sempre di più un’urbanizzazione continua.[MORE]
Celentano nel 1966 parlava del “Ragazzo della via Gluck” e della distruzione della campagna lombarda a favore dell’urbanizzazione, nel 2010 la situazione non è cambiata, anzi, secondo l’indagine, la Lombardia è la regione dove si “brucia” più di ogni altra parte terreno, seguita dal Veneto e dalla Liguria che è anche la regione con più abusivismo edilizio.
La maggior parte delle “colpe” è dei comuni che con troppa leggerezza fanno concessioni edilizie a ritmo spropositato, spinto dal forte incremento demografico che negli ultimi 15 anni le regioni del Nord stanno avendo.
Ma, secondo il responsabile di Legambiente, Daniele Sciarra, la situazione potrebbe essere “arginabile” e per spiegarsi cita il caso del comune di Cassinetta di Lugagnano (MI) in cui il consiglio comunale ha approvato una proposta di legge del sindaco Domenico Finiguerra, che ha adottato un piano regolatore a “crescita 0”, nel senso che anziché costruire nuove abitazioni ha puntato a valorizzare gli immobili già esistenti e magari abbandonati.
L’esempio del sindaco ticinese potrebbe essere una soluzione definitiva all’aumento della cementificazione, e potrebbe far ritornare il ragazzo della via Gluck a correre nell’erba dei campi.