Cronaca
Le loro idee camminano sulle nostre gambe: la Nave della Legalità in memoria di Falcone e Borsellino
PALERMO, 23 MAGGIO 2013 – Ventuno anni fa, sull’autostrada A29 a poca distanza dallo svincolo di Capaci, morivano in un attentato a stampo mafioso il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta.
Pochi mesi dopo, il 19 Luglio dello stesso anno, moriva, sempre a causa di un attentato, l’amico e collega di Giovanni Falcone, il magistrato Paolo Borsellino, anche lui impegnato nella lotta contro il crimine organizzato.[MORE]
In ricordo dei due eroi palermitani della lotta alla mafia, dal 2002 l’associazione Giovanni e Francesca Falcone, insieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, organizza, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, un’iniziativa che coinvolge centinaia di studenti dalle scuole di tutta Italia: la Nave della Legalità.
Da anni ormai la sera del 22 Maggio due navi gemelle del gruppo armatoriale SNAV, chiamate simbolicamente Paolo e Giovanni, salpano dai porti di Napoli e Civitavecchia e giungono a Palermo la mattina del 23, dove li attendono centinaia di studenti provenienti da tutte le scuole della Sicilia.
Numerose le personalità del mondo politico e istituzionale e i protagonisti della lotta alla criminalità organizzata presenti ogni anno a bordo delle imbarcazioni, fra i quali spiccano, nell’attuale edizione, il Presidente di Libera don Luigi Ciotti, il Commissario Straordinario Antiracket Giancarlo Trevisone, il sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria e il testimone di giustizia Pino Masciari.
Una straordinaria manifestazione che coinvolge i giovani di tutta Italia avviene a Palermo da oltre dieci anni: migliaia di studenti, dopo essersi divisi in due gruppi, uno diretto all’Ucciardone e un altro nelle piazze simbolo della città, danno vita a due distinti cortei, il primo che ha inizio al carcere e il secondo in Via D’Amelio, che confluiscono poi insieme sotto l’albero Falcone, in via Notarnartolo, dove i canti e i cori si ammutoliscono in un minuto di rispettoso silenzio alle 17:58, l’ora in cui le bombe esplosero.
È un trionfo di giovane coraggio quello che sfila per le strade di Palermo il 23 Maggio e che sta, pian piano, riuscendo ad entrare nel cuore di una città spaventata dagli orrori che la mafia ha commesso fra le sue strade: sono sempre di più, anno dopo anno, le finestre dalle quali si affacciano, bandiere e striscioni stretti fra le dita, i palermitani al passaggio del corteo e sempre di meno le serrande lasciate stoicamente abbassate. Ragazzi, bambini, adulti e anziani stanno pian piano iniziando a diventare sempre più partecipi della manifestazione di solidarietà e volontà di lottare che tutta Italia mostra nel capoluogo siciliano ogni anno: esemplare è il caso di un’anziana signora che, nel 2010, si affacciò sola al bancone del suo palazzo, tricolore alla mano, per salutare i ragazzi che marciavano fra le strade della sua città. L’intero corteo si fermò per applaudire il suo gesto e la donna ricompensò tutti con lacrime di sincera e sentita commozione.
Una consapevolezza sempre più forte e viva si sta facendo strada, in Sicilia come in tutta Italia, fra le menti della popolazione, grazie ai giovani che, anno dopo anno, al grido di “Giovanni è vivo e lotta insieme a noi”, portano avanti le idee di legalità e giustizia che Falcone e l’amico Borsellino sono morti per difendere. La forza e il coraggio con cui questi giovani portano avanti le idee dei due magistrati e la ferma volontà di voler estirpare il cancro della mafia fin alle sue più profonde radici che dimostrano ogni anno, è la prova migliore, la più tangibile, del fatto che Giovanni e Paolo non sono morti invano.
“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.”
Giovanni Falcone
“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.”
Paolo Borsellino
Elisa Lepone