Salute
Le lampade solari fanno male agli occhi? Attenzione anche al riverbero su neve, acqua e sabbia
MILANO, 2 DICEMBRE 2013 - Secondo gli esperti di Clinica Baviera Italia non bisogna mai sottovalutare i danni che le radiazioni ultraviolette possono causare. Oltre alle lampade abbronzanti, che avrebbero fermato il calciatore del Milan Philippe Mexes per una cheratite, bisogna prestare attenzione anche ai riflessi del sole sull'acqua, sulla neve e sulla sabbia.
Troppe lampade fanno male agli occhi? A leggere le ultime indiscrezioni in casa Milan pare proprio di sì. Stando a diverse voci, infatti, il calciatore Philippe Mexes non sarebbe sceso in campo nelle ultime partite a causa di una cheratite (un danno alla cornea) provocata dalle, a quanto pare, eccessive lampade abbronzanti a cui si sarebbe sottoposto.
I danni causati dall’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti, come spiega il dottor Alex Bosone, medico oculista di Clinica Baviera Italia, istituto europeo specializzato nella correzione dei difetti visivi, sono purtroppo ancora poco conosciuti: “Le radiazioni ultraviolette (UV) sono spesso note come causa di scottature e neoplasie cutanee da esposizione solare, ma c’è poca informazione sui danni seri che queste radiazioni possono causare agli occhi” afferma il dottor Bosone.
La cheratite che ha colpito gli occhi di Mexes impedendogli di giocare non va sottovalutata.
“Oltre a provocare un intenso dolore – continua il medico – questo disturbo può causare una temporanea ma importante diminuzione della vista. In questo caso il danno non è permanente ma è sicuramente un’esperienza dolorosa e poco piacevole. Il giocatore del Milan non è un caso isolato: circa il 59% dei danni acuti causati dalle lampade solari sono delle dolorose cheratiti”.
Come fare allora per evitare questo disturbo?
“Occorre conoscere un po’ meglio le situazioni che ci mettono a rischio e saper proteggere i nostri occhi dai possibili danni – afferma il dottor Bosone - Ore, giorni, anni di esposizione possono causare non solo danni alla cornea (cheratiti), ma anche favorire l’insorgenza della cataratta, della maculopatia e di neoplasie cutanee palpebrali”.
Le possibili fonti di esposizione ai raggi ultravioletti sono molteplici: tra le più comuni vi è la luce solare, le lampade abbronzanti, quelle sterilizzanti e la luce emessa durante la saldatura ad arco.
“Le radiazioni solari UV, presenti tutto l’anno – spiega l'oculista - possono raggiungerci in due modi differenti: direttamente attraverso il sole o riflesse dall’ambiente circostante. Le superfici possono riflettere grandi quantità di radiazioni UV. E ricordiamoci che la luce riflessa è pericolosa almeno quanto quella diretta. L’acqua riflette il 100% della luce, la neve fino all’85%, la sabbia il 25% e l’asfalto il 9%.”
La stagione sciistica invernale è alle porte e occorre pertanto ricordare la pericolosità della luce riflessa dalla neve in montagna, specialmente nelle ore centrali della giornata, quando i valori di radiazioni UV sono particolarmente elevati.
Per evitare un danno da parte dei raggi UV alla retina e al cristallino, l'occhio si è dotato di uno schermo protettivo naturale: “L’epitelio corneale e la membrana di Bowman, gli strati più superficiali della cornea, si sono specializzati nell’ “assorbimento” di queste radiazioni nocive; tuttavia un eccesso di raggi UV causa inevitabilmente uno “sfaldamento” a seguito della morte di queste cellule epiteliali e ad un’esposizione delle sottostanti terminazioni nervose corneali. Questo è la causa dell'intenso dolore che si verifica 6 ore circa dopo l’esposizione alla radiazione ultravioletta. Occorrono dalle 24 alle 48 ore affinchè il danno si ripari completamente e scompaia il dolore” conclude il dottor Bosone.
(notizia segnalata da Pamela Notaro) [MORE]