Cronaca

Le intercettazioni di "Iblis" entrano nel processo ai fratelli Lombardo

CATANIA, 18 FEBBRAIO 2012 – Esattamente una settimana fa avevamo parlato di come la corte d'Assiste catanese, ritenendosi non competente a giudicare la maggior parte degli imputati nel procedimento ordinario, avesse di fatto diviso il processo denominato “Iblis” in quattro filoni.
Il procedimento, però, avrebbe anche un quinto “filone”, quello cioè legato ai fratelli Lombardo, la cui posizione nel procedimento venne stralciata e derubricata a settembre da concorso esterno in associazione mafiosa in un'accusa per voto di scambio relativamente alle elezioni alla Camera del 2008 ed alla relativa campagna elettorale in favore di Angelo Lombardo, deputato nazionale del Movimento per le Autonomie.

Ieri il giudice monocratico della quarta sezione catanese Michele Fichera ha dichiarato ammissibili tra le prove del processo – la cui ripresa è prevista per il prossimo 6 marzo - anche le intercettazioni telefoniche ed ambientali inizialmente inserite nel fascicolo di “Iblis”, accogliendo così le richieste dell'accusa, composta dai procuratori aggiunti Michelangelo Patanè e Carmelo Zuccaro e rigettando quanto richiesto dagli avvocati difensori. [MORE]
Tra le tante intercettazioni, della cui trascrizione si occuperà il perito Lucio Antonino Tamburello, che dunque verranno messe a disposizione, saranno soprattutto una decina quelle su cui si concentrerà il dibattimento. In una in particolare, stando a quanto sostenuto dal procuratore Zuccaro durante l'ultima udienza, si sentirebbe il boss di Ramacca Rosario Di Dio sostenere «di non voler più sostenere Raffaele Lombardo in altre campagne elettorali, dopo alcuni suoi comportamenti». Al perito, a partire da ieri, sono stati messi a disposizione trenta giorni per effettuare il lavoro.

Nella prossima seduta saranno poi sentiti anche altri tre imputati, per un reato connesso al voto di scambio, tra cui tre collaboratori di giustizia – il gelese Saverio Maurizio La Rosa, il nisseno Francesco Ettore Iacona e l'ex capomafia agrigentino Maurizio Di Gati – che, stando a quanto riferito dal procuratore aggiunto Michelangelo Patanè, si cercherà di ascoltare in aula e non in videoconferenza. Sarà analizzata in un'udienza a porte chiuse – calendarizzata per il prossimo primo marzo – la posizione dei due fratelli in rapporto con il procedimento “Iblis”, in quanto il giudice per le indagini preliminari Luigi Barone non ha accolto la richiesta di archiviazione in merito al reato di concorso esterno in associazione mafiosa.


(foto: palermo.repubblica.it)
Andrea Intonti