Le avventure di Tintin: il segreto dell'Unicorno

sabato 19 novembre, 2011

Le avventure di Tintin: il segreto dell'Unicorno segna una doppia prima volta per il suo autore Steven Spielberg: è il primo film di animazione e il primo film in 3D del celeberrimo regista statunitense. Tintin nasce dalla fantasia di Georges Remì, in arte Hergè; la sua prima avventura risale al 1929 e le sue storie sono continuate fino alla morte dell'autore, avvenuta nel 1983.[MORE]

La pellicola distribuita nelle sale italiane in queste settimane s’ispira a diverse avventure di Tintin, in particolare Il granchio d'oro, Il segreto del Liocorno e Il tesoro di Rakham il Rosso. La tecnica utilizzata dal regista è quella della motion capture: si gira in un primo tempo con attori in carne e ossa e poi le azioni sono tradotte in disegno animato dal computer; infine, in questo caso, sono state restituite sullo schermo in 3D. La pellicola non riesce a scrollarsi di dosso una certa freddezza propria di questa particolare tecnica di animazione, che convince meno sia rispetto alla computer graphic sia rispetto all’animazione classica. Eppure i passi in avanti sono notevoli, basti pensare alla maggiore “legnosità” che si poteva notare in film che in precedenza avevano utilizzato la motion capture, quali Beowulf o Polar Express (entrambi diretti da Robert Zemeckis). Sotto la "maschera animata" si riconoscono gli attori Jamie Bell (nei panni del protagonista, già interprete di Billy Elliott), Andy Serkis (che aveva prestato la sua figura per il Gollum della Trilogia de Il Signore degli Anelli e per il King Kong del film omonimo, tutti firmati da Peter Jackson) e Daniel Craig (ovvero lo 007 delle ultime pellicole su James Bond).

Le avventure di Tintin appartiene alla vena più giocosa e "disimpegnata" di Spielberg, un regista – ricordiamolo - capace di passare dal dramma di Schindler's List e Munich all'avventura pura di Indiana Jones e Hook - Capitan Uncino (tanto per fare qualche esempio tratto dalla sua ricca filmografia), e, pur senza particolari picchi di regia e di invenzioni, riesce nell'impresa di mantenere in pieno ciò che promette: avventure, mistero, umorismo. Le prime vedono i protagonisti all'opera in scenari diversi e spettacolari: città francesi e affascinanti villaggi marocchini, distese d'acqua sconfinate e altrettanto sconfinati deserti; particolarmente riuscite, per perizia tecnica e suspense, la battaglia in flash back tra i galeoni mentre infuria la tempesta, quella tra due gru in un porto e l'inseguimento tra le case e i vicoli del villaggio marocchino. Il mistero è affidato alla ricerca di un favoloso tesoro i cui indizi sono rintracciabili su tre antiche pergamene nascoste in altrettanti modellini di antichi galeoni, su uno dei quali s’imbatte il coraggioso Tintin dando il via all’avventura. L'umorismo, infine, è la caratteristica di molti dei coprotagonisti, a cominciare dal Capitano Haddock di Serkis – in perenne ebbrezza alcolica - e continuando con i poliziotti pasticcioni Dupont & Dupond e il fedele cagnolino Milou, al cui spirito di iniziativa Tintin deve la vita in più di un caso.

Forse quello che manca è un villain che resti nella memoria, e, infatti, da questo punto di vista il Raddock interpretato da Daniel Craig non ci sembra del tutto convincente. Ma si tratta di una piccola pecca di un film dove il ritmo non rallenta mai e che è in grado di assicurare uno spettacolo che non deluderà né i grandi, che ricorderanno con piacere i fumetti e la serie televisiva, né i piccoli, che apprezzeranno un personaggio forse a loro sconosciuto. Tanto più che il finale ammicca a nuove avventure, anche perché siamo davanti a quello che dovrebbe essere, nelle intenzioni degli autori, il primo capitolo di una trilogia.

Voto: 7

Le avventure di Tintin: il segreto dell'Unicorno (The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorno); 2011; USA, Nuova Zelanda, Belgio; Animazione; durata 110'; Regia di Steven Spielberg.

Con: Jamie Bell, Andy Serkis, Daniel Craig, Cary Elwes, Simon Pegg, Nick Frost, Tony Curran, Mackenzie Crook, Toby Jones, Daniel Mays.

Tommaso Spinelli

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