Economia

Lavoro, Un italiano su due pronto a trasferirsi all'estero

MILANO, 03 GENNAIO 2011- E' questo uno degli effetti della crisi: lasciare l'Italia per migliorare la propria condizione lavorativa. Ad affermarlo, il 'Work Monitor Randstad', l'analisi relativa all'andamento del mercato del lavoro, svolta dalla multinazionale olandese in 29 nazioni nel quarto trimestre 2011. 

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Secondo quanto affermato dall'amministratore delegato di Randstad Italia, Marco Ceresa, "La quarta edizione del Work Monitor, indagine condotta nel periodo antecedente la manovra economica sottolinea ancora un atteggiamento fiducioso verso il 2012. Più coerente e vicina al clima attuale post-manovra è la consapevolezza della problematicità della situazione finanziaria da parte dei lavoratori italiani che rimangono, comunque, caratterizzati da una certa ambizione, intesa anche come volontà di migliorarsi misurandosi con nuove responsabilità e mansioni e disponibili a considerare l'opzione del trasferimento all'estero (il 53% del campione)".

In particolare, il 53% del campione interrogato, sarebbe disposto a trasferirsi solo a condizioni retributive migliori. Invece, il 32% sarebbe disposto a lasciare il Belpaese a parità di salario per un lavoro più in linea con le proprie aspettative. 

Inoltre, Ceresa sottolinea che dall'indagine, "Emerge anche il tema dell'innalzamento dell'età pensionabile, ormai una necessità e non più una scelta. Tema che credo sarà uno dei fattori cruciali del futuro scenario occupazionale, soprattutto in termini di 'Age Diversity'". L'amministratore delegato di Randstad Italia conclude aggiungendo che "C'è ancora fiducia verso il 2012". 

Chissà perchè  ho qualche difficoltà ad essere fiduciosa. Sarà perchè, come risulta da un'indagine svolta da Excelsior 2011 di Unioncamere e Ministero del Lavoro, per le assunzioni le imprese preferiscono affidarsi a conoscenze personali, cosa che non fa altro che rafforzare il desiderio di emigrare. Oppure, è colpa dei sempre più frequenti episodi di disperazione legati alla crisi a cui si sta assistendo negli ultimi tempi. Basti pensare ai due suicidi avvenuti nelle ultime ore: quello di un imprenditore catanese che ha ingerito, la notte di Capodanno, barbiturici e poi s’è impiccato a causa di una depressione legata al crollo di vendite della sua azienda e quello  di un pensionato che ieri s’è gettato dal palazzo intimorito dalla richiesta dell’Inps di restituire un debito di 5000 euro. 

Tuttavia, per non farsi travolgere dagli eventi, è preferibile pensare che dalle difficoltà, nascono le opportunità: "Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è l'incompetenza. Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."

Albert Einstein

(Fonti: Ansa, Adnkronos)

Rosy Merola