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Lavoro, più spintarelle e meno meritocrazia
ROMA , 28 DICEMBRE 2011 - Non demordono, provano e riprovano inutilmente, mandano CV, candidature spontanee, rispondono agli annunci, fanno lunghe code nelle agenzie interinali, ma non si muove niente. In che cosa sbagliano? Assolutamente in nulla. Il problema è che in un paese in cui la buona vecchia raccomandazione la fa da padrona resta poco spazio per trovare lavoro a colpi di master, stage e specializzazioni. [MORE]
Le aziende, infatti, preferiscono assumere i loro dipendenti affidandosi a conoscenze personali piuttosto che ad una accurata valutazione dei curriculum, società di lavoro interinale e centri per l'impiego. Questa la fotografia della realtà italiana che emerge dall'ultima indagine Excelsior di Unioncamere e ministero del lavoro, secondo i dati raccolti, infatti, nel 2010 sei imprese su dieci hanno selezionato il personale facendo ricorso al canale informale, conoscenza diretta o segnalazioni personali, attraverso conoscenti o fornitori.
Trova così conferma la prassi lamentata da moltissimi giovani, secondo cui se vuoi lavorare devi necessariamente conoscere “la gente giusta”, le aziende difatti, prediligono affidarsi a persone di fiducia piuttosto che premiare il merito. Stando ai dati forniti dall' inchiesta questa metodologia di selezione ha subito un forte aumento salendo al 61,1% rispetto al 49,7% del 2009. Il rapporto di Excelsior fornisce una motivazione, decisamente diplomatica, di questa consuetudine “ il clima ancora incerto spinge evidentemente le imprese alla massima cautela nella selezione di nuovi candidati. La conoscenza diretta, magari avvenuta nell'ambito di un precedente periodo di lavoro o di stage, e il rapporto di fiducia da essa scaturito diventano quindi premianti ai fini dell'assunzione".
L'atteggiamento delle imprese è dovuto, quindi ,al clima economico ancora critico e per questo sono molto attente in sede d'assunzione dando al preferenza ai candidati che hanno svolto presso le loro sedi un precedente periodo di tirocinio.
Un altro elemento determinante nel 2010 è stato la crescita del ricorso a strumenti interni come le banche dati contenenti i curriculum raccolti nel tempo mentre hanno perso quota i reclutamenti tradizionali fatti attraverso annunci. Diminuiscono anche le aziende che si servono di intermediatori o operatori istituzionali come società di lavoro interinale o centri per l'impiego.
La situazione cambia nelle grandi imprese con più di 50 dipendenti dove viene premiato di più il merito basandosi sui curriculum. Come cresce la dimensione dell'impresa, quindi, cambiano i parametri su cui si basa la selezione del personale e il valore della “carta”, riacquista importanza.
foto da gomeblog.it
Maria Assunta Casula