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Lavoro: abusi sui voucher in passato, ora necessaria una stretta

ROMA, 28 DICEMBRE – Il presidente dell’Agenzia nazionale per il lavoro, Maurizio Del Conte, sostiene la necessità di fare un passo indietro nell’utilizzo dei voucher, i buoni per pagare i lavoratori ad ore, dal momento che “i numeri sono abnormi e dimostrano che ce ne è stato abuso”. “Abrogarli no, perché hanno il merito di far emergere prestazioni che prima venivano fatte solo in nero”, prosegue Del Conte. [MORE]

I dati sono chiari. Come afferma Maurizio Martina, Ministro dell’Agricoltura sia del governo Renzi sia dell’esecutivo Gentiloni è bene non “alimentare una guerra tra favorevoli e contrari, ma analizzare i numeri”. Nel 2008 venivano venduti 500 mila buoni, nel 2016 si dovrebbe arrivare a 160 milioni. “Gli abusi ci sono stati e ci sono ancora. Sarebbe sbagliato negarlo, per questo bisogna affrontare il tema. Ma più che un dibattito ideologico serve un lavoro di analisi, settore per settore. Ad esempio circoscrivendo meglio i cosiddetti requisiti soggettivi”, prosegue Martina. “In agricoltura la stretta c’è già stata: adesso i voucher possono essere utilizzati solo per studenti, pensionati e persone in cassa integrazione. Credo sia una buona scelta, studiando i numeri potrebbe essere estesa ad altri comparti” conclude il ministro.

La Cgil ha proposto un referendum in merito all’abolizione dei voucher da dieci euro lordi all’ora che remunerano i lavoratori e creati sia per evitare un voto popolare sul Jobs Act sia stimolare una ripresa che stenta ad avviarsi, per cui Maurizio Martina afferma di essere contrario all’abrogazione totale dei buoni, poiché la loro finalità iniziale era positiva e hanno fatto emergere una parte di lavoratori in nero. Ma poi, con la progressiva liberalizzazione introdotta ben prima del governo Renzi, hanno rischiato di accentuare in alcuni settori la precarizzazione dei rapporti di lavoro. Un anno fa abbiamo circoscritto l’uso dei voucher alle tre categorie di: studenti, pensionati, cassintegrati, introducendo un limite annuale, 2 mila euro, alla somma che il singolo può incassare dallo stesso datore di lavoro sotto forma di voucher. Non è stato facile, il comparto non era d’accordo. Ma credo sia stato giusto e possa essere un modello. Anche se in alcuni settori si può fare di più”.

Sul tema il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto è più diretto: “Sembra che il Governo voglia mettere mano ai voucher per evitare il referendum promosso dalla Cgil. Se così fosse, la strada sarebbe una sola: abolirli. E noi la sosterremmo in Parlamento e nel Paese. Se invece dovessimo trovarci di fronte a un puro e semplice tentativo di maquillage normativo, volto esclusivamente a perseguire l'obiettivo di aggirare le urne, si tratterebbe di un'inaccettabile mistificazione. Uno scippo della volontà popolare che vedrà la ferma opposizione di Sinistra italiana".

Il segreterio generale della Cisl, Annamaria Furlan, è intervenuta nel dibattito: “Dobbiamo porci seriamente il problema di come creare le condizioni per offrire ai nostri giovani la possibilità di trovare un lavoro stabile e dignitoso in Italia, di avere una casa e di potersi costruire una famiglia. Nel 2015 più di centomila connazionali si sono trasferiti in un altro Paese europeo o extra europeo, soprattutto nella fascia tra i 18 e i 34 anni dal 2008 al 2014 è emigrato all’estero un gruppo di italiani la cui istruzione è costata allo Stato 23 miliardi di euro».

Fonte immagine mgpg

Claudia Cavaliere