Politica
Laurea e valore legale: la riforma del governo
ROMA, 27 GENNAIO 2012 – Continuando le iniziative di quegli studenti che non sentono il capo dello Stato Giorgio Napolitano come loro "amico". Così verrà boicottata la consegna della laurea honoris causa, prevista per lunedì 30 presso l'aula Santa Lucia dell'Università di Bologna. Fra i tanti rimproveri rivolti al capo dello Stato anche quello di star collaborando al declassamento del valore legale della Laurea.
Come espresso nel neodecreto sulle semplificazioni (40 pagine per un totale di 67 articoli), il titolo accademico avrà molto meno peso all'interno di concorsi pubblici, tralasciando del tutto il voto di laurea. Basta ai punti in più a seconda dei tipo di laurea, l'unica laurea a mantenere valore sarà quella in medicina. La perdita di valore della laurea suona quasi come una conquista davanti al prospetto poco recente di vederne annullato il valore legale. Rimane innegabile il fatto che i due provvedimenti nella pratica di distanzieranno di poco, dato che saranno le prove piuttosto che tipo di facoltà e voto a pesare nella graduatoria finale. [MORE]
Modernizzazioni necessarie e richieste dall'Europa, questa la risposta del governo. Anche la salvezza di Medicina non è tanto una scelta del governo, quanto un'imposizione di disciplina comunitaria. Infatti l'articolo 9 del decreto prevede "l'equiparazione dei titoli di studio e professionali nei casi in cui non sia intervenuta una disciplina di livello comunitario".
Maria Antonietta Calabrò del Corriere fa notare che fra i cambiamenti disposti verrà inclusa anche la valutazione dei corsi di laurea da parte di Anvur (Agenzia per la valutazione del sistema universitario), che avrà anche il compito di dare l'ok o meno. "dare un giudizio sintetico sul corso – scrive Calabrò – equivale a dare un giudizio su chi lo ha frequentato".
Novità anche per i ricercatori e per le università telematiche. Mentre i primi, se assunti a tempo indeterminato, non potranno più svolgere funzione di tutor e insegnante, le seconde non avranno più accesso alla ripartizioni dei fondi per merito, norma precedentemente introdotta dalla Riforma Gelmini.
Cecilia Andrea Bacci