Economia

L'aumento dell'Iva slitta a gennaio, ma salgono le accise sulla benzina

ROMA, 27 SETTEMBRE 2013 - L’aumento dell’Iva dal 21% al 22% previsto per ottobre slitterà a gennaio. È quanto emerge dalla bozza del decreto legge che spiega che le coperture per il mancato rialzo arriveranno dall’aumento dell’Ires e dell’Irap per il 2013, e dall’incremento delle accise sui carburanti per 2 centesimi al litro fino al dicembre 2013 e poi di 2,5 centesimi al litro fino al febbraio 2015. Non si tratta certo di una

buona notizia per gli automobilisti e per il mercato dell’auto che attraversa una profonda crisi.
Nella Bozza è indicato che non aumenteranno le sigarette e che sarà rifinanziata la Cassa integrazione in deroga per il 2013 con un'ulteriore somma di 330 milioni di euro «da ripartirsi tra le regioni». La Bozza prevede anche che 120 milioni di euro siano destinati al fondo di solidarietà comunale istituito per il 2013 per compensare i Comuni del mancato gettito Imu.[MORE]

Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera, non è d’accordo con questo provvedimento: «Non voglio e non posso credere che
le coperture trovate dal Governo per rinviare l'aumento Iva siano davvero quelle anticipate. Saremmo al teatro dell'assurdo. Se dopo cinque mesi il Governo non è ancora in grado di trovare risparmi per 1 miliardo su una spesa pubblica di 800 allora forse sono davvero venute meno le ragioni che avevano portato alla sua nascita».

«Sono provvedimenti disastrosi – fa sapere il Codacons - che, se varati, avranno effetti pesantissimi sulle famiglie. Solo queste due misure determinerebbero, a regime, una stangata pari a 275 euro a famiglia: 66 euro circa per i maggiori costi complessivi legati ai rifornimenti di carburante; 209 euro per l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%. Aumentare l’Iva e le accise sulla benzina vuol dire impoverire ulteriormente i cittadini, con conseguente calo dei consumi, una ondata di chiusure nel settore del commercio, incremento della disoccupazione e danni immensi per l’economia nazionale».

Anche secondo l’Unione petrolifera in questo momento «aumentare il costo dei carburanti è irresponsabile», considerando che i consumi sono in continuo calo.

Paolo Massari