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L'attivista Valeria Fonte sarà ospite alla libreria Ubik di Catanzaro per presentare il suo libro "Ne uccide più la lingua"
«Sono Valeria Fonte, ho 24 anni, sono una retore militante. Sono un rumore di piatti che si rompe, un terremoto che fa tremare la terra».
Così si presenta Valeria Fonte in una recente intervista su Vanity Fair. Sarà ospite alla libreria Ubik Venerdì 20 Gennaio alle ore 18 per presentare il suo libro "Ne uccide più la lingua", sottotitolo "Smontare e contestare la discriminazione di genere che passa per le parole"., edito da De Agostini. A discutere con lei ci sarà Francesca Bubba, attivista e divulgatrice.
descrizione:
Cerca di passarci sopra, dai.
Non dovevi vestirti così.
Potevi dire no.
Lo stupro è un’altra cosa.
Perché non hai denunciato?
L’ha uccisa in un raptus di gelosia.
Sei troppo aggressiva.
Non c’è donna che non si sia mai sentita rivolgere parole come queste. Parole a cui ci si abitua, tanto sono consuete. La violenza che contengono non ci stupisce, al massimo produce un groppo alla gola a cui non si riesce a dare spiegazione. E più queste parole diventano quotidiane, più si rischia di adottare lo stesso sguardo misogino sul mondo. Del resto, questo linguaggio non appartiene solo alla nostra quotidianità – il mondo reale e i social media – ma permea anche le pagine dei giornali, i salotti televisivi, i comizi dei politici.
E non sono mai solo parole: “ne uccide più la lingua”, perché tutto ciò che ci permettiamo di dire legittima ciò che ci permettiamo di fare. Le parole che abbiamo a disposizione danno una forma ai nostri pensieri e plasmano la realtà. C’è un solo modo per debellare l’odio di genere che passa per le parole: imparare a riconoscerle, decostruirle e cambiarle.
Valeria Fonte ci guida in un’analisi arrabbiata, minuziosa e lucidissima di tutti i discorsi scorretti – che siano apertamente violenti o sottilmente discriminanti – che leggiamo e ascoltiamo ogni giorno, e che non possiamo più accettare. Smontandoceli davanti agli occhi, ci aiuta a capire come rispondere e come difenderci. Perché le uniche parole con cui dobbiamo parlare, oggi, sono le nostre.
«Se c’è un modo per debellare il dolore a cui ci siamo abituate, deve passare per le parole. Alle donne non si insegna l’arte dell’argomentazione: in genere, ci si aspetta che non abbiano così tanto da dire da doverne fare uso. Qual è il mio compito? Dimostrare il contrario.»
Valeria Fonte:
Valeria Fonte (Trapani 1998) inizia a interessarsi alla lingua e alla retorica mentre studia Lettere all’Università di Bologna. In seguito alla condivisione non consensuale di alcuni video di matrice sessuale fa i conti con la misoginia dei discorsi, del linguaggio e delle narrazioni, e decide di unire le sue competenze accademiche al bisogno di scardinare l’odio delle parole. Con il suo profilo Instagram @valeriafonte.point inizia la sua opera di attivismo. Lavora nelle scuole e nelle università come divulgatrice. Oggi è una laureanda alla magistrale di Italianistica a Bologna, una militante di strada e una retore.