Politica

Laratta, Lo Moro, Oliverio sul piano per l'edilizia sociale chiedono l'intervento del Governo

ROMA, 15 MARZO 2012 - I parlamentari del Pd intendono sapere "se il governo sia a conoscenza della tortuosa vicenda dell’edilizia sociale in Calabria che ha portato l’attuale giunta regionale ad annullare la prima graduatoria ed emanare un secondo bando. Un fatto grave che ha messo a rischio i 155 milioni di euro di finanziamenti che avrebbero potuto creare 4 mila alloggi sociali e sviluppare una economia sul territorio per un miliardo di euro; quali necessarie azioni, per quanto di competenza, intenda assumere per scongiurare la perdita di corposi finanziamenti per l’edilizia sociale in Calabria; se non intenda accertare quali siano le motivazioni “giuridiche e tecniche” addotte dall’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Gentile, in ordine all’annullamento della prima graduatoria; se non ritenga opportuno adottare ogni iniziativa utile ad accertare eventuali irregolarità nelle procedure amministrative di annullamento ed emanazione del secondo bando.[MORE]

I deputati Laratta, Lo Moro e Oliverio hanno quindi depositato un'interrogazione urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dei Lavori pubblici. Lunga e articolata la premessa:

Nel mese di marzo 2009 il Dipartimento 9 della Regione Calabria ha emanato un bando di concorso in base alla legge regionale 36/2008, per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà. La nuova giunta regionale della Calabria insediatasi ad aprile 2010, e per essa l’assessorato ai Lavori pubblici, con il decreto dirigenziale n. 17095 del 29 novembre 2010, assunto il 26 novembre 2010 prot. n. 1631, del dirigente generale del Dipartimento 9 della Regione Calabria, ha disposto l’annullamento in autotutela del DDG n. 22874 del 31 dicembre 2008 con cui veniva approvato il bando di concorso poi pubblicato a marzo 2009 per la realizzazione dei suddetti alloggi nonché gli atti della procedura selettiva adottati in esecuzione del medesimo decreto, ossia la legittima graduatoria di imprese che hanno partecipato all’avviso pubblico. La revoca - ha fatto sapere l’assessore protempore al ramo della Regione Calabria, Giuseppe Gentile - si è resa necessaria «dopo un’attenta valutazione giuridica e tecnica».

Ignari di quali siano queste valutazioni, il dato finora certo è che la revoca è stata posta in essere in coincidenza dei primi mesi di attività della giunta Scopelliti, con una serie di passaggi a dir poco dubbi prima della formalizzazione ufficiale datata 29 novembre 2010. Il “Corriere della Calabria”, settimanale d’inchiesta calabrese, ha dedicato al caso una dettagliata indagine giornalistica a firma del giornalista Pablo Petrasso, il quale scrive: «[…]Anche la revoca, però, ha avuto le sue brave zone d'ombra, svelate da un accesso agli atti chiesto dall'impresa di Giuseppe Gatto Costruzioni (vincitore nella graduatoria riferita al primo bando, non partecipante al secondo). Sappiamo tutti quanto possa essere farraginosa la burocrazia […]. In alcuni casi, invece, i passaggi riescono a essere velocissimi. Pensiero e azione. Per accorgersene basta chiedere una delibera di giunta. E’ successo la prima volta che il bando del centrosinistra è stato revocato. Gatto si è presentato negli uffici della giunta per vedere la delibera dell'annullamento (cui aveva partecipato). E si è trovato davanti un atto anomalo, quasi tutto “in bianco”, senza neppure l'indicazione degli assessori presenti e assenti [recante la firma dell’assessore Gentile, la data del 20 Settembre 2010 e il N. 622].

Gatto ha inviato un esposto alla Regione e la risposta, con tanto di documenti allegati, racconta una storia per lo meno dubbia. Ufficialmente – scrive il Corriere della Calabria - è andata così: il 20 settembre 2010 il dirigente generale dei Lavori pubblici, Giovanni Laganà, propone all'assessore Gentile l'annullamento del bando; nello stesso giorno l'assessore porta la delibera "in bianco" in giunta e la fa approvare, ma poi, sempre nella stessa seduta, la giunta decide di sospenderne l'efficacia. Insomma, succede tutto in un giorno e alla fine non succede niente. Ma, se non fosse stato per l'accesso agli atti, nessuno l'avrebbe saputo. Misteri della burocrazia. Che, però, va avanti con l'annullamento, motivandolo questa volta in maniera più completa e formalizzandolo il 29 novembre 2010 con un decreto firmato sempre da Giovanni Laganà», direttore generale del dipartimento 9. Cosa sia successo il 20 settembre 2010 non è dato sapere. Ciò che è certo, è l’enorme ritardo accumulato che potrebbe concretamente provocare la perdita di 155 milioni di risorse che, se erogate, produrrebbero sul territorio un indotto stimato in un miliardo di euro e garantirebbero un alloggio di edilizia sociale a circa 4 mila famiglie.

Altro dato certo è l’avvio dei lavori da parte delle aziende ammesse a finanziamento con il primo bando: secondo quanto dispone l’art. 13 dell’avviso, l’avvio dei lavori avrebbe dovuto avere luogo «entro e non oltre il 180° giorno dalla ricezione della comunicazione di ammissione». Le imprese che hanno ricevuto comunicazione hanno rispettato tali direttive. E’ evidente che la sospensione in autotutela operata dalla nuova giunta regionale ha causato un danno economico importante a quelle aziende che hanno sostenuto spese di personale, materiale di costruzioni e quant’altro. Ebbene, diverse imprese partecipanti e ammesse a finanziamento, preso atto dell’annullamento hanno promosso ricorso al Tar Calabria che successivamente ha accolto il ricorso dei ricorrenti. La Regione Calabria, per il tramite dell’assessorato ai lavori pubblici è ricorso in appello al Consiglio di Stato, che in un primo esame nel gennaio 2012 ha rinviato la decisione «di merito» al 23 ottobre 2012.

Intanto, l’assessore calabrese ai Lavori pubblici, Giuseppe Gentile, con dichiarazioni comunicate alla stampa giorno 1 e 3 marzo 2012 ha reso noto di aver «invitato» le “nuove” imprese vincitrici del secondo bando che «entro 180° giorni dovranno iniziare i lavori». Seguendo il modus operandi della nuova giunta regionale, se il Consiglio di Stato il prossimo mese di ottobre dovesse esprimersi contro la Regione Calabria, verrebbero penalizzate economicamente ulteriori nuove imprese partecipanti e ammesse a finanziamento con il secondo bando. Un modo di amministrare del tutto inedito che ci consegna un duplice quanto deprimente risultato: al danno (e la beffa) dei primi si aggiungerebbe la beffa (e il danno) dei secondi. L’aspetto più curioso, tuttavia, è riportato sempre dal settimanale “Il Corriere della Calabria”, che riporta alcune indiscrezioni di non poco conto. L’inchiesta svela presunti intrecci tra imprese vincitrici dell’ultimo avviso pubblico e l’assessore Gentile. Aziende che non hanno superato il test per l’accesso al finanziamento nel primo bando si collocano invece ai primi posti del secondo. Questioni di valutazioni. Legittimo, senza dubbio, ma è altrettanto legittimo esprimere qualche perplessità.

Scrive il settimanale: «[…] Chi non potrà lamentarsi di certo è l'azienda Lapietra srl, di Rossano. Era stata esclusa dalla prima infornata di fondi (non era in posizione utile per ottenere gli incentivi), mentre adesso si ritrova al primo posto addirittura in due graduatorie. Merito del nuovo bando. Quello a cui la “Gatto costruzioni”, di proprietà di Giuseppe Gatto, ex presidente regionale dell'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili), ha deciso di non partecipare: «Tra i criteri previsti per la valutazione ce n'era uno che lasciava troppa discrezionalità alla commissione», ha dichiarato Gatto. «[…] Anche la composizione della commissione – scrive il giornalista Petrasso - rivela una tendenza ben definita. Il presidente era l'architetto Eugenio Madeo, professionista con un passato in politica, transitato negli ultimi anni dal centrosinistra (per il quale è stato presidente della Provincia di Cosenza e consigliere regionale) al Pdl. I suoi rapporti con Gentile sono ottimi: nel 2008, per l'allora capogruppo dei berluscones in consiglio regionale aveva elaborato un progetto per lo smaltimento dei rifiuti nel Savuto.

La collaborazione, dunque, continua. E sempre dal centrodestra cosentino arriva un altro dei commissari: Antonio Bove, uno dei primi professionisti della città ad aver sposato le tesi forziste (di Forza Italia è stato anche coordinatore cittadino). Stessa area di appartenenza di Antonio Artusi. Avvocato e coordinatore del circolo del Pdl di San Marco Argentano, pure lui tra coloro che hanno valutato le domande delle aziende. E di Luigi Rinaldo Brusco, sindaco di centrodestra di Fagnano Castello e avvocato pure lui. Un quartetto di tecnici prestati alla politica, tutti di stretta osservanza gentiliana. Chiudono il quadro altri membri della cerchia dell'assessore: il fratello di un ex manager dell'azienda ospedaliera (nominato sempre dietro consiglio dei Gentile) e il congiunto di uno dei più stretti collaboratori dell'assessore. Quando si dice il primato della politica. Che, in questo caso, si confonde con la famiglia». Il costruttore Gatto nel merito della Commissione dichiarò al settimanale: «Magari mi sbaglio, ma ho preferito non prendere parte alla gara, mi sembrava poco trasparente». L'azienda rossanese, dunque, è destinataria di incentivi su due canali: quello per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione (quattro milioni di finanziamento sui cinque dell'intervento) e quello per gli alloggi da offrire in proprietà (in questo caso l'incentivo è di 4,8 milioni su quasi 17).

«Nel secondo caso - scrive Petrasso - l'impresa aggiudicataria è la San Nilo srl, la cui proprietà però è interamente della Lapietra srl. La società è stata costituita nel mese di novembre del 2010, qualche giorno prima che il vecchio bando fosse cancellato (e il nuovo redatto). Non è l'unico incrocio curioso: anche nel bando riservato alle cooperative c'è una strana coincidenza. La “coop Casabella” ha, infatti, un collegio sindacale praticamente sovrapponibile a quello delle altre due aziende del gruppo che si occupa di costruzioni. Strano? Forse. È un po' più strano, invece, il ruolo giocato nel tormentatissimo iter dei bandi da uno dei dirigenti esterni del dipartimento Lavori pubblici Antonio Capristo è un ingegnere rossanese Ha lavorato per amministrazioni pubbliche e costruttori. Ha esperienza nel campo dei fabbricati civili e delle energie alternative. È arrivato negli uffici del dipartimento Lavori pubblici da dirigente esterno di settore, nominato sulla base del rapporto fiduciario con l'assessore Pino Gentile. Proprio al tecnico “di fiducia”, il titolare della delega ha assegnato nel 2010 un compito molto delicato, quello seguire il procedimento di revoca della prima delibera, che stabiliva la suddivisione dei fondi per l'edilizia sociale». Nel ricorso al Tar della Calabria presentato dalla Gatto Costruzioni, si approfondisce la posizione di Antonio Capristo, dirigente esterno nominato dall’assessore Gentile. «Capristo non è proprio uno sconosciuto nell'ambiente dell'edilizia - si legge nel documento prodotto da Gatto -; infatti il professionista è l'autore di uno dei progetti presentati per la partecipazione al bando di riferimento è alla pratica presentata proprio dalla società Lapietra srl, di Rossano: si tratta della costruzione di 135 alloggi».

La ditta, però, era stata esclusa dal primo bando annullato dal centrodestra. «Il fatto – si legge - è che i rapporti di Capristo con la Lapietra srl non sono esattamente stati sporadici. La circostanza salta fuori sempre dal curriculum pubblicato sul sito della Regione: la Lapietra srl è committente dell'ingegnere Capristo in diversi interventi edilizi, alcuni in corso, altri ultimati e altri in via di istruttoria. Nella terra del conflitto di interessi, - scrive il Corriere della Calabria - la cosa non ha stupito più di tanto l'assessore Gentile: Capristo è rimasto al suo posto e ha revocato il procedimento al quale aveva partecipato (come progettista)». Altra circostanza curiosa è la presenza tra i vincitori del bando della ditta "Via Rivocati”. «Anche in questo caso - scrive la testata - la visura camerale svela intrecci legittimi ma tutti riconducibili a una specifica area politica. L'amministratore unico della società, infatti, è Giovanni Pianini, professionista cosentino e stretto congiunto di Gianfranco Scarpelli, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza» nominato dai fratelli Antonio e Pino Gentile, senatore il primo e assessore il secondo. Quast’ultimo «concederà i fondi alla ditta [Via Rivocati] riconducibile a uno dei suoi uomini di fiducia. Scarpelli, infatti, ne è stato amministratore in passato».

Tutto ciò premesso i deputati hanno chiesto di sapere dal Governo
- se sia a conoscenza della tortuosa vicenda dell’edilizia sociale in Calabria che ha portato l’attuale giunta regionale ad annullare la prima graduatoria ed emanare un secondo bando. Un fatto grave che ha messo a rischio i 155 milioni di euro di finanziamenti che avrebbero potuto creare 4 mila alloggi sociali e sviluppare una economia sul territorio per un miliardo di euro.

- quali necessarie azioni, per quanto di competenza, intenda assumere per scongiurare la perdita di corposi finanziamenti per l’edilizia sociale in Calabria;

- se non intenda accertare quali siano le motivazioni “giuridiche e tecniche” addotte dall’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Gentile, in ordine all’annullamento della prima graduatoria;

- se non ritenga opportuno adottare ogni iniziativa utile ad accertare eventuali irregolarità nelle procedure amministrative di annullamento ed emanazione del secondo bando;

- se non ritenga utile sollecitare la Regione Calabria ad assumere provvedimenti urgenti utili alle famiglie bisognose di un alloggio prima che si esprima il prossimo ottobre il Consiglio di Stato in ordine al ricorso presentato dalla medesima regione contro le decisioni del Tar che ha accolto i ricorsi dei ricorrenti annullando il provvedimento di revoca del primo bando.