Cronaca
L'Aquila, quattro anni di reclusione per preside del convitto
L’AQUILA, 28 DICEMBRE 2012 – Condanna a quattro anni di reclusione per l’ex preside del convitto nazionale, Livio Bearzi, accusato di omicidio colposo e lesioni colpose legati alla mancata restaurazione dell’edificio – aveva oltre un secolo – e alle inesistenti misure di evacuazione durante le scosse precedenti quella delle 3 che hanno portato alla morte tre ragazzi minorenni durante il terremoto del 2009.
Questa è la decisione presa ieri sera dal giudice Giuseppe Grieco , che ha invece assolto il dirigente provinciale, Paolo Marzotta, per il quale era stata richiesta la stessa condanna. Il dirigente, difeso dal padre, è scoppiato in lacrime durante la lettura della sentenza: egli è stato assolto poiché non aveva nessun potere nella ristrutturazione di un edificio costruito 150 anni prima. [MORE]
Male invece per Berzi che è stato accusato, per la sua negligenza, dell’ omicidio colposo di Luigi Cellini di 15 anni, Ondreiy Nouzosky di 17 e Marta Zelena di 16. Anche nel suo caso, la difesa ha provato a pronunciarsi sulla stessa linea di quella di Marzotta affermando che l’ex preside non aveva titolo nell’evacuazione della scuola e di essere stato condizionato, nelle sue scelte, dalle rassicurazioni della Commissione Grandi Rischi.
Ma questa è la sentenza definita che ha concesso alla famiglia dell’ unico ragazzo italiano morto nel crollo, Cellini, una provvisionale di 200 mila euro in quanto unica parte civile costituitasi nel processo.
Erica Benedettelli
(immagine da julienews.it)