Cronaca

L'Aquila, dieci arresti per tangenti nella ricostruzione post-sisma

L’AQUILA, 19 LUGLIO – Erano le 3:32 del 6 aprile 2009 quando una scossa di magnitudo 5,9 devastò L’Aquila. Oltre 300 furono le vittime, 1600 i feriti e decine di migliaia gli sfollati. Oggi, a più di otto anni dal sisma, il comando provinciale dei Carabinieri sta conducendo una maxi-operazione nell’ambito di un’inchiesta della Procura dell’Aquila su tangenti nella ricostruzione post-terremoto.[MORE]

Dieci ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari sono state eseguite in mattinata, insieme ad altri cinque provvedimenti di inibizione temporanea dall’attività professionale, g notificati ai loro rispettivi destinatari. Nel mirino degli inquirenti funzionari pubblici, professionisti ed imprenditori, per un totale di 35 indagati.

L’indagine della Procura, coordinata dal procuratore capo Michele Renzo e dal Pm Antonietta Picardi interessa un territorio estremamente vasto, dall’Aquila a Teramo, passando per Pesaro Urbino, Bari e Benevento, tutti comuni nei cui territori sono attualmente in corso perquisizioni e sequestri.

Gli addebiti a carico degli arrestati sono corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Le tangenti sarebbero emerse da intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché da video e foto, che sembrerebbero dimostrare (il condizionale è d’obbligo) l’elargizione di “mazzette” per vincere le gare di appalto nell’ambito della ricostruzione.

Le opere di ricostruzione sono iniziate pochi mesi dopo il sisma, ed in un secondo momento rispetto alla risoluzione della questione emergenza abitativa, superata con l’edificazione delle cosiddette New Town in zone non danneggiate dal terremoto. Lo stanziamento originario si aggirava intorno a 10 miliardi di euro, ma la complessità degli inter-venti necessari, le lungaggini burocratiche e le turbative negli appalti continuano a ritardare la ricostruzione e a far lievitare i costi.

Paolo Fernandes

Foto: ilmeteo.it