Estero
L'appello di Gaza all'Italia: 'Non continuate ad armare Israele'
GAZA, 23 AGOSTO 2014 - Un appello che riesca a levarsi forte dai cieli scuri di Gaza e giungere forte fino a noi, nella tranquillità delle nostre case e di quelle di chi decide che l'Italia debba essere il primo fornitore di armamenti di Israele. Questo l'obiettivo dei manifestanti della Striscia, che si sono raccolti per lanciare un monito all'Italia intera.
L'agenzia Maan riporta le immagini della campagna svoltasi a Gaza: bambini e bambine con un cartello in mano fra ciò che rimane delle loro case, delle loro terre, e dei loro ospedali. Tutti con la stessa frase scritta sopra: Italia #StopArmingIsrael. Su quei cartelli un messaggio chiaro: 'non date armi a piloti che ci bombardano, a chi distrugge le nostre vite'.
[MORE]L'iniziativa, riporta sempre l'agenzia, è stata messa in campo per mettere pressione all'Italia, che ospiterà l'addestramento a settembre di piloti dell'aviazione italiana in Sardegna, chiedendo la fine della cooperazione militare con il paese israeliano, mantenuta 'nonostante il suo ricorso sistematico alla violenza di massa e l'uccisione di civili arabi-palestinesi, compresi i bambini delle scuole e attivisti pacifici, e nonostante le sue sempre più brutali politiche coloniali contro il popolo palestinese e la persistente farsi beffe del diritto internazionale'.
E il movimento Boycott, Divestment, and Sanctions, promotore della campagna, riporta i numeri del conflitto israelo-palestinese, che ha ucciso 2.090 palestinesi, ne ha feriti più di 10.550 feriti, e ha lasciato più di 100.000 sfollati. Numeri impietosi, a cui l'Italia deve contribuire a mettere fine, con un embargo militare necessario, secondo il movimento, alla fine delle violenze.
Con la manifestazione si è voluta anche dare una chiave lettura diversa del conflitto rispetto a quella tipicamente 'occidentale', come si legge nel comunicato riportato da Maannews.net: 'Il tentativo di Israele di giustificare questo tipo di uso illegale della forza militare belligerante come 'autodifesa' non regge a esame legale e morale, in quanto Israele non può invocare autodifesa per giustificare gli atti che servono a difendere una situazione illegittima che hanno creato loro in primo luogo'.
La campagna per l'embargo è iniziata giovedi, quando l'organizzazione che si occupa di aiuti internazionali Oxfam ha invitato 'tutti gli Stati a sospendere immediatamente i trasferimenti di armi o munizioni a Israele e a qualsiasi gruppo armato palestinese, perchè vi è serio rischio che essi possano essere utilizzati per violare il diritto internazionale umanitario'.
'Ora più che mai - aggiunge Nishant Pandey, direttore di Oxfam nei Territori Palestinesi Occupati e Israele - la comunità internazionale dovrebbe esercitare la massima pressione diplomatica, tra cui la sospensione di armi e munizioni trasferimenti, per dimostrare che il mondo non tollererà la violenza e la sofferenza civile per un un momento di più'.
Salvatore Remorgida