L'appello di Balotelli: la legge sulla cittadinanza va cambiata. Salvini replica: "Pensa al pallone"
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TORINO, 5 GIUGNO – Il tema della cittadinanza italiana per gli stranieri è sempre stato al centro dei dibattiti del partito leghista, in particolare di Matteo Salvini. Per anni i governi hanno ipotizzato una modifica dello ius soli, ma ad oggi sono presenti ancora misure restrittive del rilascio della cittadinanza. Sull’argomento è intervenuto anche Mario Balotelli, centravanti della Nazionale, spesso oggetto di grandi polemiche e obiettivo di insulti razzisti.
"Si parla tanto di immigrazione. Io sono nato in Italia, cresciuto in Italia e mai stato in Africa, purtroppo. È brutto avere la cittadinanza solo a 18 anni, da giovane per me sono stati gli anni più difficili. Non sono un politico, non è il mio campo, e lanciare un appello in Italia, per me, è complicato. Ma in questi casi penso che la legge debba essere cambiata. Sì, mi sento di lanciare un appello per questo". Ha detto Mario Balotelli in seguito alle tre amichevoli disputate con la Nazionale dopo il suo ritorno in azzurro. "Dove giocherò nella prossima stagione? Faccio una battuta. All'avvocato Rigo, che si occupa di questo, ho detto: lo sa Salvini dove giocherò".[MORE]
Lo stesso giocatore afferma di essere maturato, ormai che ha 28 anni. Le “Balotellate” sembrano essere un lontano ricordo, “errori di gioventù”, che non vuole più commettere. "Ma quando ero più piccolo la vedevo in modo differente, era molto più pesante. C'erano cose che ancora non capivo. Ora le so e provo a cercare un modo per cambiarle, anche se non è facile. Nella mia vita ci sono stati tanti razzisti, ma anche tanta ignoranza e paura della diversità. Piano piano cambiare si può. Siccome vedevo che ce l'avevano con me, dicevo, ma allora qualcosa ho: lo prendevo anche come un punto di forza. Adesso sono tornato in Nazionale perché mi hanno convocato. Maturato? L'ultima volta in Italia avevo 24 anni, ora 28: uno cresce. Sono diventato di nuovo papà da poco. Penso che l'importante della nuova società siano i bambini. Bisogna crescerli in un certo modo, con certe idee. Purtroppo sono gli adulti che creano i problemi. Io ho avuto la fortuna di avere due genitori che mi hanno fatto capire le cose, mi sono stati vicini. Altrimenti non sarei mai diventato un calciatore. Bisogna parlare con le persone. Essendo famoso, sento di dovere dare un esempio alle persone e ai miei figli. Tante cose che facevo a 18-19 anni non le faccio più. Avere avuto tante responsabilità a livello calcistico non mi ha mai pesato. Mancini è una persona fantastica. Ma se mi ha convocato, è perché lo merito. La maturazione sportiva viene fuori dal campo", ha affermato Balotelli alla pubblicazione del libro “Demonio” di Alessandro Alciato.
La risposta del leader leghista, ora anche Ministro dell’Interno, non si è fatta attendere su Twitter: "Caro Mario, lo 'ius soli' non è la priorità mia né degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone"
Federico De Simone
Fonte immagine: lagazzetta