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L’anno che verrà… La fine di giugno rappresenta un momento significativo per il mondo della scuola, soprattutto per i docenti precari, i cui contratti sono terminati proprio a fine mese. Alle cene di fine anno tra colleghi, questi insegnanti vanno via incerti e disorientati, con l’auspicio di essere richiamati a settembre.
Stessa cosa anche per il personale Ata con contratto fino al termine delle attività didattiche. I precari sono coloro che a volte, meglio si adattano a situazioni, famiglie e contesti vari, dimostrando però, quanto sia difficile creare legami stabili. In questo anno scolastico, ho conosciuto tanti docenti precari, che sono riusciti a sostare al crocevia, dove si mostrano più chiari il cammino compiuto e quello ancora da percorrere, per gli studenti.
Sono coloro che hanno saputo capire che davanti a loro non vi erano numeri, ma volti, volti che nascondevano storie. Hanno fatto venir fuori i talenti nascosti e valutato l’apprendimento con perizia perché esso “non avviene per travaso passivo da un bicchiere più pieno a uno più vuoto, perché il modello sul quale si fonda non è mai quello di un vuoto da riempire quanto di un vuoto da aprire”. Hanno fatto nascere e coltivato il dubbio come una spezia e stimolato il discente dall’interno permettendoci di vederlo in ricerca tra i libri per comprendere la vita che lo aspetta.Grazie a tutti i colleghi precari e non, che tirano la “carretta” e che aspettano con gioia ed ansia “l’anno che verrà”. --