Chiesa e Società

L’amore vince la solitudine e la tristezza anche al tempo della pandemia

In questa seconda ondata di pandemia da Coronavirus continuano a crescere le ansie, le paure e un forte senso di solitudine  in numerosi  cittadini che cercano conforto e consolazione nella Chiesa. È  ciò che fa Luigi  inviando una missiva  a don Pino Latelli, parroco in solido della Parrocchia Beata Vergine del Carmine, per ricevere  una parola di conforto e speranza.  Così scrive : «Rev.mo don Pino, sono una persona anziana e vivo da solo in un paese del Nord Italia. La nuova ondata di contagi e di morti mi sta procurando uno stato di ansia che mi fa sentire come imprigionato. Avverto, inoltre, la sensazione di essere schiacciato dal peso della solitudine e  le immagini trasmesse dalla televisione sulla violenta protesta in  varie città italiane mettono nel mio animo inquietudine e paura. Sono credente e la mia unica compagnia è la preghiera che mi dà coraggio e speranza. Le chiedo un aiuto».

 «Carissimo Luigi,  la tua lettera esprime una profonda amarezza.  Ti assicuro che in questo periodo di preoccupazione molti si trovano nella tua stessa situazione: vivono nella paura e nella solitudine nonostante la sensibilità e l’attenzione dimostrata dalle Istituzioni, dalla Chiesa e dai volontari che operano verso i più deboli, gli anziani e i malati»  risponde prontamente  don Pino il quale  ricorda a Luigi    la riflessione  dal titolo “Amore al tempo del coronavirus” del vescovo di Lamezia Terme monsignor Giuseppe Schillaci, nella quale  il vescovo  ha messo in evidenza che l’esperienza della pandemia ci insegna che la solitudine e la tristezza si vincono con l’amore reciproco offrendo concreti gesti di amicizia, attenzione e solidarietà.   «Sebbene sia un momento difficile, un momento di prova, - scrive il vescovo lametino - facciamo in modo che possa diventare un’opportunità per riscoprire la fraternità, per riscoprire cosa significa comunione, solidarietà, bellezza di stare insieme».

 In riferimento alla inquietudine di Luigi, causata dalla tensione sociale che in parecchie città italiane si sta scatenando attraverso forme di protesta violenta contro l’ultimo Dpcm sul contenimento della diffusione del virus,  il sacerdote sottolinea che «la protesta pacifica è lecita e garantita dalla legge, ma non è garantita quella violenta che porta solo distruzione e danni a persone e cose aggiungendo problemi a problemi e non certo rende le cose più facili a baristi e ristoratori.  È  necessario - continua don Pino - che  tutti i cittadini siano responsabili e non si lascino  contagiare dalla violenza della folla». E, a tal proposito, cita Alessandro Manzoni che nei “Promessi sposi” afferma che «una folla in tumulto perde il lume della ragione». E ancora  il Manzoni ricorda  che, quando Renzo arriva nella Milano in tumulto per la carestia, prima di lasciarsi trascinare dall’irrazionalità collettiva dell’assalto ai forni, ha il pensiero di un  ragazzo di buon senso: «Se concian così tutti i forni, dove vogliono fare il pane? Ne' pozzi?». 

Per questo motivo si deve pregare  costantemente  affinché  le nostre suppliche giungano a  Dio

e affinché possa prevalere in tutti  il buon senso e le Istituzioni insieme  possano trovare una soluzione per il bene comune.

«Noi – conclude il prelato -  continueremo intanto a pregare fiduciosi per la fine della pandemia e ci impegniamo a fermare il virus dell’indifferenza evitando di farci vincere dalla freddezza del cuore. Dobbiamo fermare il dilagare del virus dell’indifferenza. Ritroviamo la voglia di compassione e ritorniamo  a compiere gesti di tenerezza verso gli altri a cominciare dai tanti Luigi  che vivono accanto a noi».

Lina Latelli Nucifero

Foto: Don Pino Latelli

Foto: Vescovo Giuseppe Schillaci e don Pino Latelli