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VITERBO – Sono stati ritrovati sulle sponde del Lago di Bolsena: Cecilia Maria Fassine, studentessa di 22 anni nata in Austria e suo figlio Matteo Arion, di cinque mesi, erano scomparsi già da venerdì sera.
La ragazza, che era in vacanza con la famiglia nel viterbese, si era allontanata dal bungalow nella tarda serata di venerdì, spiegando ai genitori di voler uscire per far addormentare il bambino. Quando, dopo diverse ore, i familiari si sono resi conto che Cecilia non era tornata, è scattato l’allarme. La ragazza non aveva con sé né il cellulare né il portafoglio con i documenti.
Le ricerche sono cominciate sabato e sono andate avanti per l’intera giornata. Soltanto questa mattina i due corpi sono stati ritrovati e identificati da alcuni passanti che, immediatamente, hanno allertato i vigili del fuoco.
Al momento, l’ipotesi più probabile sembrerebbe quella di un suicidio-omicidio: la mamma si sarebbe dunque tolta la vita impiccandosi, forse dopo aver ucciso il bambino. Non è esclusa, tuttavia, la possibilità che il piccolo, ritrovato addosso con un giubbetto, sia morto di stenti. [MORE]
Sarà solo l’autopsia sul corpo del neonato che potrà fornire una più chiara risposta sulla dinamica degli eventi. Per ora, comunque, non sembrano essere stati trovati segni di violenza sul corpo del bambino.
In seguito al ritrovato del corpo della figlia, la madre di Cecilia avrebbe confermato che la vacanza sul Lago di Bolsena sarebbe dovuta essere un’occasione per risollevare il morale della neo-mamma, forse in preda ad un’acuta crisi post partum.
“E’ una tragedia tristissima”, ha detto il colonnello Mauro Conte, comandante provinciale dell’Arma. Si tratta di “un fatto umano – continua – che ha visto anche il coinvolgimento di un minore. L’ipotesi che seguiamo è quella della tragedia personale, che è ricaduta anche il bambino: si può ipotizzare l’omicidio-suicidio”.
(foto: ilmessaggero.it)
Sara Svolacchia