Laboratorio di cittadinanza linguistica illustrato a “Samarcanda” dallo studioso lametino Polopoli
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LAMEZIA TERME (CZ) 12 APRILE - «In Italia manca uno studio sistematico sui cognomi italiani nonostante l’onomastica, scienza fondamentalmente linguistica, abbia una prestigiosa tradizione e coesista una rilevante problematica storico-culturale, antropologica, sociale e geografica». Lo ha sostenuto lo studioso lametino Francesco Polopoli nel corso dell’ incontro “ Laboratorio di cittadinanza linguistica” organizzato dall’associazione culturale “Samarcanda” di Lamezia Terme, presieduta da Manuelita Iacopetta che, ad inizio di incontro, ha ricordato ai convenuti il percorso compiuto dall’associazione sulla « scoperta delle nostre radici storiche, artistiche e umane di ineguagliabile bellezza, percorso accresciuto da questa singolare iniziativa mirata alla conoscenza dei nostri cognomi che ci fanno comprendere che siamo come ci chiamiamo». Sulla stessa linea la vicepresidente di “Samarcanda” Michela Cimmino per la quale « molti secoli fa il cognome non veniva assegnato a caso ma per un motivo relativo a caratteristiche della persona come espressione non solo dell’identità di un individuo ma anche di un intero territorio». Lo studioso Polopoli, nel corso delle sue ricerche in materia, spesso ha trovato di fronte a sé il vuoto dei significati dei segni linguistici con cui ognuno di noi è stato registrato all’anagrafe.
« Ciò è dovuto - ha chiarito –soprattutto alla difficoltà di affrontare un “mare magnum informativo” che comporta inizialmente la raccolta, l’ordinamento, la selezione di una ingente massa di dati. A ciò si aggiunge la definizione della loro distribuzione areale e infine la loro interpretazione etimologica, linguistica e insieme socio-culturale». Da qui la risultanza di cognomi di contenuto augurale, gratulatorio e teoforico come Arrivabene, Benvenuto, Bonaventura, Conforto, Rimedio, Laudadio, Diolaiuti, Sperindio, Omodeo. Accanto a questi cognomi si collocano quelli soprannominali da caratteristiche fisiche o intellettuali e di comportamento come Biondo, Rosso, Bellomo, Quattrocchi, Zoppo, Grasso e Grosso, Magro e Piccolo, Sordo, Avveduto e Astuto, Bonomo, Malinconico, Allegro e Ardito, Tardo , Brusco e Rustico. Altri cognomi traggono origine dal mestiere esercitato come Armentano derivante dal mestiere di allevatore di armenti ( grossi quadrupedi, bufali, buoi, cavalli) svolto dai capostipiti oppure dal nome del paese lucano di Armento nel potentino, possibile luogo di origine di alcuni dei capostipiti. Il cognome, insieme al prenome o nome proprio di persona, forma l’antroponimo che viene attribuito fin dalla nascita ad una persona ed ha la funzione di identificare e distinguere un determinato individuo all’interno della collettività.
Nella cultura della maggior parte dei paesi occidentali, compresa quella italiana, l’antroponimo è composto dal prenome e il cognome. In altre culture, altri elementi onomastici affiancano o sostituiscono prenome e cognome come i nomi patronimici o matronimici. In età romana esisteva un primo registro nel quale i cittadini venivano segnati con un praenomen e l’indicazione della gens , famiglia di provenienza, ma, quando questi due nomi non furono più sufficienti a distinguere le persone, si aggiunse un cognomen, cioè un soprannome riferito anche a qualità fisiche. Un momento interessante dell’incontro si è registrato quando Polopoli ha esaminato molti cognomi del territorio lametino individuandone con estrema puntualità l’origine, le caratteristiche, il significato e le peculiarità nascoste in sé come il cognome Fazio, Bertucci, Vecchi, Gaetano, Latelli, Cimino, Costabile, Rettura, e tanti altri destando nei presenti grande interesse e curiosità anche perché alcuni cognomi erano apparsi già nel Medioevo o nel Rinascimento e per il significato racchiuso in ognuno di essi.
Foto: Iacopetta- Polopoli- Cimmino
Lina Latelli Nucifero