infoOggi (M) arte
La verità su Pinocchio, in mostra a Milano
MILANO, 22 NOVEMBRE 2015 – «Vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo», è l’assioma pedagogico che attraverso la voce della Fata Turchina Carlo Collodi ha affidato a generazioni di ragazzi, invitandoli a schierarsi dalla parte della verità e a cercarla per crescere e divenire un po’ più umani come quel burattino dalla vocazione on the road nato dalla sua fantasia ed entrato di diritto nell’immaginario collettivo. Un altro viaggio, una nuova avventura è pronta per Pinocchio, protagonista della mostra milanese Infinito Pinocchio – dal sottotitolo Nel legno l’anima viva del burattino senza fili – ospitata nella Sala del Grechetto della Biblioteca Comunale Centrale Palazzo Sormani fino al 30 dicembre 2015 – l’allestimento è stato realizzato da Mobitaly.[MORE]
Tra disegni e bozzetti, opere contemporanee e mirabilia di un recente passato, il percorso espositivo curato da Matteo Luteriani e Luigi Sansone presenta le “infinite” metamorfosi editoriali, cinematografiche (memorabile il lungometraggio della Walt Disney del 1940 e la performance di Totò immortalata nel film Totò a colori, del 1952) e artistiche de La storia di un burattino, il titolo originale delle più note avventure di Pinocchio, la cui prima edizione in volume risale al 1883 (per Felice Paggi Libraio Editore di Firenze), con le illustrazioni in bianco e nero di Enrico Mazzanti, seguita da altre fortunate riedizioni, come quella del 1901, illustrata da Carlo Chiostri sulle incisioni di Adolfo Bongini. Ma tra gli interpreti più originali del romanzo di Collodi figura Attilio Mussino, dall’innegabile gusto liberty che imperava negli anni in cui mise mano all’edizione del 1911 (pubblicata da R. Bemporad & Figlio), di cui esiste anche una versione “indistruttibile” e un’altra “movibile”, albi questi che sono considerati come gli avi degli attuali pop-up books.
La mostra, che gode del patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, nata dalle opere di «un collezionista che desidera rimanere anonimo» (come ha precisato il curatore Matteo Luteriani, titolare della casa editrice Luni), è l’ennesima conferma di un successo planetario, probabilmente neppure lontanamente immaginato dall’autore di quello che sarebbe diventato un classico della letteratura, che fa la sua prima apparizione a puntate tra le pagine del Giornale per i bambini nel 1881. Se «la menzogna è lo scopo dell’arte», come osservava Oscar Wilde, Collodi deve essere stato un grande “bugiardo”, nel senso che è riuscito attraverso la finzione letteraria a fare del suo piccolo ribelle di legno un eroe senza tempo in carne e ossa.
Per il prof. Giuseppe Langella, autore del testo Adesso vi racconto come si diventa grandi. L’apprendistato di Pinocchio (all’interno del catalogo che accompagna la mostra, pubblicato da Luni Editrice) «Le avventure di Pinocchio, anche se costruite in forma di fiaba, rispecchiano la struttura del Bildungsroman, che postula la completa libertà del personaggio nel fare esperienza del mondo, affrontando autonomamente le diverse situazioni della vita. La posta in gioco, anche per il burattino, è la maturazione, intesa come conquista della saggezza, irrobustimento della volontà e vittoria delle virtù sulle inclinazioni sbagliate; ma la strada per conseguire questo ambìto traguardo è lunga e tortuosa, perché Pinocchio, pur avendo il sentimento innato del bene e del male, è troppo debole per imporsi sull’irresistibile attrattiva esercitata su di lui dall’avventura e dal divertimento, senza contare che, fragile e ingenuo com’è, portato a esplorare il mondo ma ignaro delle sue insidie, si espone a ogni sorta di pericoli: donde i ripetuti errori e le traversie che ne derivano. L’essere umano non si può dire compiuto finché la ragione e la volontà non abbiano dato una forma stabile e adulta al carattere, assicurando alla coscienza morale il pieno governo della persona. La maturazione è appunto questo lento processo di estrazione dell’uomo dalla materia viva ma informe, rappresentata nella fiaba di Pinocchio dalla vocina che all’inizio esce a sorpresa da un semplice, rozzo, neppure sagomato, pezzo di legno da catasta. Il burattino intagliato con maestria da Geppetto non è ancora l’uomo compiuto: gli somiglia, lo contiene, magari, in embrione, ma per ora è solo una sua goffa, ridicola, meccanica, contraffazione».
Domenico Carelli
Foto: courtesy MaraVitali Comunicazione - in evidenza l’invito della mostra “Infinito Pinocchio” con un acquerello di Giulia Rossena; in gallery, un’altra immagine di Giulia Rossena; disegno a colori di Attilio Mussino, Lucignolo (1911); la copertina “muta” dell’edizione “Le avventure di Pinocchio” con illustrazioni di Sto (Sergio Tofano) del 1921(sul piatto è applicato il disegno di Attilio Mussino); illustrazione di Francesco Musante, "Le avventure di Pinocchio", C. Collodi, Fogola editore in Torino, 2001.