Resilienze

La triade virtuosa: Costituzione, Insegnanti e Scuola: Demagogia formale

14 DICEMBRE 2014 - La scuola pubblica è “organo costituzionale” scriveva Piero Calamandrei, che senza dar luogo a equivoci o fraintendimenti vorrebbe voler dire dire: la Scuola è patrimonio di tutti, il luogo cioè dove principi fondativi e formazione civile s’incontrano. Da essa forse oggi si potrebbe ricavare una spinta propulsiva per uscire dalla regressione nella quale il paese sembra sprofondato, per indicare alla politica l’orizzonte di senso largo ed esteso nel quale muoversi per recuperare credito e forse anche serietà. Dal mondo della scuola, sono sempre giunte indicazioni “significative” utili a stabilire cioè quale politica costituzionale perseguire per essa, ben oltre la diffusa pratica della rappresentazione cialtronesca nazionale. [MORE]

La scuola ha sempre chiesto riservatezza, umiltà e ragionamenti non urlati, per rifuggire le futilità. Tutti elementi che sistematicamente hanno potuto contare sulle cicliche e sedicenti rivoluzioni di un mondo esanime, ridotto a lumicino, il cui unico scopo resta essenzialmente quello di formare i cittadini, ma ancor di più di articolare le stratificazioni civili della complessità sociale. Di questo però, parrebbe non accorgersi nessuno se non per Creare sistematicamente un ciclico fronte polemico, che nel reiterato gioco delle parti di ministri, sindacati, studenti, disarticola i riferimenti valoriali di un paese intero che oramai si è quasi rassegnato alla politica dissennata dei “rivoluzionismi”.

L’idea del cambiamento consente solo a pochi - ormai da tempo- di condividere qualche credulona speranza dell’utilizzo di intelligenze umiliate, spesso costrette alla fuga, all’esilio, speranze infrante, che sistematicamente si rigenerano nel tempo dell’attesa. L’immagine del capitale umano che spera, si illude e puntualmente s'interrompe senza possibilità di veder definiti i propri virtuosi cambiamenti, appartiene alla storia passata ed anche a quella recente della Scuola italiana, che si rinnova con dilaniante puntualità, nel colore di speranze sistematicamente disattese. Forse la “vandalizzazione” di numerosi istituti scolastici, balzata agli onori della cronaca recentemente, è rappresentativa della situazione delle scuole italiane così come del paese; l’immagine del mostro che divora sé stesso, la società che divora la scuola o viceversa: Metaforicamente parlando tutto stimola la riflessione per comprimerne i significati. Sono inaccettabili episodi di violenza e saccheggio delle scuole, perché rappresentano uno sfregio all’intero paese e a ciascun singolo cittadino, che suo malgrado ne è violato pesantemente, nella sua integrità di soggetto sociale della dimensione meramente collettiva, ma anche in quella individuale quando orienta nel giudizio per svalutare gli effetti di ogni singolo gesto vandalico, vanificando e banalizzando ciascuna iniziativa messa in campo, atta invece a sostenerla, sorreggere e migliorarla la Scuola. La Metafora del corpo che si ribella al suo male o piuttosto del male che dilania e devasta il corpo inerme, prende una considerevole forma, che solo difficilmente non è dato condividere.

Entrambe visioni caustiche di un disfacimento in atto, troppo grave per essere taciuto. La razzia di beni, strumenti, e capitale umano della scuola italiana, così come l’aggressione a insegnanti, dirigenti, edifici scolastici, si qualifica per quella che è, un terribile atto di “guerriglia” non importa se di periferie desolate e doloranti, o di centralissime scuole metropolitane. I danni, i furti i danneggiamenti, restano un oltraggio al paese cioè un attacco che pregiudica diritti ma viola anche i doveri fondamentali delle persone che sono esse stesse Stato. La disattenzione crescente verso la Scuola che, imperversa con buona pace degli stolti, massacra la Costituzione.

La fedeltà alla Costituzione rappresenta invece il senso più alto del fare Scuola nel nostro paese; e in gran parte definisce la voglia di ciascun cittadino di impegnarsi in iniziative in favore della difesa di valori e principi legati ad essa, che nella nuova stagione di riforme del sistema scolastico del nostro paese, si rischia invece di mettere in forte discussione, anche senza aderenza agli aspetti fondamentali dell'intero testo costituzionale. Basterebbe allora immaginare una triade virtuosa per questo spazio ingrato, che dispone la Costituzione accanto alla Scuola, e pone in essere la Società, quella di cui noi stessi siamo parte. Sembrerebbe difficile, ma basterebbe provare l'efficacia del sicuro successo di certi virtuosismi.

Angela Maria Spina