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La super Juventus ha un cuore italiano
TORINO, 22 NOVEMBRE - Il ritorno all’antico di Conte e dei bianconeri: la dimensione di vertice è recuperata anche grazie ad una spina dorsale tutta italiana. Ci eravamo disabituati a vederla lassù, la Juventus: e dopo qualche anno fa un certo effetto tornare ad alzare il naso verso la cima della classifica e veder garrire al vento il vessillo bianconero. Ora che tutto è tornato come prima, viene da chiedersi quali siano i motivi di questo meritatissimo ritorno ai vertici. [MORE]
Si va dalla ritrovata fame di una squadra e di una tifoseria da troppi anni ai piedi del podio fino alla spinta emotiva e mentale del nuovo stadio e di un nuovo progetto tecnico finalmente condiviso anche dai tifosi. Andando al di là della retorica, viene però fuori un dato che rimanda al passato, alla storica epopea delle vittorie bianconere.
Cosa hanno in comune le grandi Juventus vincenti della storia? I più attenti patiti pallonari avranno già capito di cosa parliamo. Questa Juventus di Conte, così come lo furono quelle di Lippi e Trapattoni, è caratterizzata da un’anima tutta italiana. La spina dorsale di questa squadra parla la lingua di Dante e Petrarca. Pensiamo all’ottimo 3-0 sul Palermo: undici titolari, otto italiani e tre goleador (Pepe, Marchisio e Matri) tra questi. Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Marchisio, Pirlo e Matri. Più altri tre cambi (Quagliarella, Pazienza e Del Piero) autoctoni. Insomma, il trionfo del Made in Italy sull’esterofilia che ammalia da anni il campionato italiano, la vittoria della scuola nostrana sul fascino dell’esotico a tutti i costi e la conferma di un’attenzione storica del club bianconero verso i prospetti di casa nostra. Un’attenzione che si conferma vincente e che ha grandi ripercussioni anche sulla nuova frizzante Nazionale prandelliana.
Facciamo tutti i distinguo del caso: siamo solo a novembre, il campionato è appena alle prime schermaglie e i giudizi sono ancora sospesi sulle ambiguità di questo inizio di stagione. I bianconeri vivono infatti una stagione strana, divisa a metà tra i furori agonistici del nuovo corso e il vantaggio di vivere un’annata senza lo stress dell’impegno internazionale che ha invece ammortizzato o addirittura azzoppato il rendimento di altre squadre, Napoli in primis. La partenza ad handicap di Milan e soprattutto Inter hanno poi sensibilmente aumentato il valore di un inizio bianconero straripante, esaltato anche dalle vittorie proprio sulle milanesi. Ma il vento pare essere cambiato per davvero, con la Juve di nuovo nella parte della lepre e tutti gli altri ad affannarsi ed inseguire.
Se c’è qualcuno che può sorridere di cotanto ben di Dio calcistico, oltre a Conte e a tutti i sostenitori bianconeri, questi è, come detto, Cesare Prandelli: il cittì azzurro ha nuovamente la possibilità di attingere a piene mani dal sempre generoso serbatoio di azzurri in bianconero, ripercorrendo le gesta dei suoi illustri e vincenti predecessori, Lippi e Bearzot su tutti. Oltretutto, avrà la possibilità di impostare un Europeo su un gruppo di giocatori affiatato e soprattutto provato da un campionato lungo ma privo, come già sottolineato, di distrazioni e coppe internazionali. Insomma, Juventus uguale Italia uguale primato: un’equazione di terzo grado che sa di ritorno al futuro per una Juventus di nuovo e finalmente protagonista del campionato, e che speriamo preannunci anche un refrain di vittorie azzurro Italia con sottomaglia bianconero.
Alfonso Fasano - Redazione Emilia Romagna