Cultura e Spettacolo
La sua poesia resterà per sempre vita: Marisa Provenzano lascia un grande vuoto a Catanzaro
CATANZARO, 28 marzo 2020 - Oggi è un giorno triste per la città di Catanzaro e specialmente per tutti coloro che ritengono inscindibile il capoluogo da alcune persone, che gli hanno fornito dignità e prestigio, con la propria arte, la propria cultura, con l’amore immenso e smisurato per le proprie radici.
Con la sua improvvisa e inattesa dipartita, ancor più scottante in un periodo di così grande fragilità e caducità sociale, Marisa Provenzano ha sicuramente lasciato un grande vuoto non solo nei propri cari e tra gli amici, ma in tutta la città.
Docente pro tempore, ma poetessa e scrittrice in aeternum, si è fatta conoscere e apprezzare quotidianamente per le sue doti artistiche e professionali, ma in special modo per la propria solarità e umanità. Per la sua gioia di vivere, appunto. E la sua poesia è la testimonianza più genuina di come questa fosse per lei una grande fonte di ispirazione e rappresentazione della vita stessa.
Per Marisa Provenzano, delegata regionale di Cultura No Stop per la Calabria, nonché poetessa pluripremiata e apprezzata in ogni parte del territorio nazionale, la lettura e la scrittura sono state compagne sin dalla tenera età.
Diari, racconti e poesie hanno fatto parte del quotidiano del suo vivere. “Non so se si nasce poeti”, diceva sempre, “ma la Poesia l’ho sempre sentita in me come un ‘fuoco vitale’, un’urgenza alla quale non ho mai potuto sottrarmi”. Proprio la sua scrittura, come emerge dalle numerose pubblicazioni che ci ha lasciato, era la libera espressione del suo sentire, malinconica e memoriale, con una spiccata condivisione del dolore universale, intrisa anche di speranze e sguardi oltre la delusione e l’inganno.
Per lei, la poesia aveva la capacità di riscattare l’uomo dalla banale mediocrità dell’esistenza e dall’insignificanza dell’ovvio, per rivestirlo di ‘Bellezza’.
La Poesia, insomma, salvava la vita di ognuno e del Mondo, permetteva di sfuggire all’incertezza, era un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. Una felicità autentica, adeguata e totale. La Poesia, come aveva anche scritto nella sua raccolta “Kintsugi”, diventa panacea per ‘sanare’ momenti di solitudine, d’infelicità, ed il poeta con i suoi versi tenta di raggiungere quella ‘perfezione’ che gli consenta di vivere positivamente in una dimensione rinnovata, recuperando ciò che ‘si è rotto’ e sembrerebbe non avere più valore.
A dimostrazione della sua incessante e continua attività dedita all’arte e alla scrittura, recentissimamente aveva pubblicato due nuovi libri: “Kintsugi Per aspera ad astra” e “Il silenzio di pietra”, rispettivamente una raccolta di poesie e un romanzo. Proprio recentemente aveva affermato di non avere progetti in particolare, se non quello di seguire il suo spirito, assecondarlo, continuare ad assaporare la bellezza della Poesia, lasciandola padrona della sua vita. “Ho bisogno di calma e ispirazione”, si ripeteva sempre, “ma anche di un dialogo interiore con la mia morte, compagna sin dalla nascita; è lei che mi parla d’amore, di vecchie amiche, di giochi e di letture, e che mi fa essere quella che sono nelle mie Poesie e mi fa comprendere che scrivere è vivere e viceversa”. E questo profondo e incommensurabile dialogo siamo sicuri che, da qualche parte, continuerà per sempre.